la "Signora"
di Sisto V
RAGVAGLIO INTORNO ALLE FESTE SEGVITE NELLA CITTA DI MACERATA.
Con l'occasione dell' Arrìvo dell' Eccellentìpìma Sig. Donna Camilla Peretti, e di molti altri Signori Nobilissimi.
All'IlIustriss. & Reveren. Monsig. Cardinale di Mont’Alto.
Con breve discorso e dechiaratione di tutte l'IIstorie, Imprese, Motti, & inscrittioni contenute ne gli Archi Trionfali.
IN MACERATA, Appresso Sebastiano Martellini, M.D.LXXXIX
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E' ben noto l'interessamento che Sisto V aveva posto nell'abbellimento di Roma e nella sua sistemazione urbanistica, aiutato in ciò dal famoso architetto Domenico Fontana.
E' rimasto celebre, nella storia, l'episodio della erezione in piazza San Pietro dell'obelisco Vaticano, che misura col piedistallo m. 41,50, il più alto dopo quello di piazza san Giovanni in Laterano.
La scelta di dedicare a Sisto V una statua onoraria sul colle capitolino non rappresentava di certo, agli occhi dei contemporanei, un fatto insolito: nel corso del Cinquecento, già quattro statue di papi - nell’ordine, Leone X, Paolo III, Paolo IV e Gregorio XIII - erano state collocate in Campidoglio, anche se nel caso di Paolo IV l’effigie era stata tolta, e gravemete mutilata, alla fine del pontificato del Carafa.1
Le vicemde della statua sistina sono note, nelle loro linee essenziali, alla letteratura artistica, anche se appare possibile precisarne alcune circostanze.2 Il 26 novembre 1585, nel corso di un Consiglio Segreto, si decide "una omnium sententia quod ob egregiam in Populum Romanum Sanctitatis Domini Nostri humanitatem et amorem in manuteninda annona erigatur magnifica et decens statua marmorea in Capitolio sumptibus romani populi et id Publico deferatur Consilio" 3.
Leggi tutto...La storia di Felice Peretti da Montalto, confortata e delineata nei secoli dai suoi numerosi biografi sulla base di precisi documenti d'archivio, ha un nonsoché di straordinario che va oltre la narrazione dell'epopea di un grande personaggio. Una serie di temi del simbolismo ermetico come nel "piano" urbanistico della Roma sistina ad esempio, sfugge quasi completamente agli studi sin qui condotti.
Talché non ci sembra improprio né superficiale, principiare la narrazione della vita del grande Pontefice, con un episodio romanzato scritto da Ernesto Mezzabotta, Papa Sisto V, E. Perino editore, Roma 1885, che riscosse nei secoli successivi grande successo editoriale e che ora potrà sicuramente introdurci alla conoscenza di questo straordinario Papa.
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1591, 9 apr. Nel testo di vendita dei feudi di Celano (1591) da Donna Costanza moglie di Alfonso Piccollomini a Donna Camilla Peretti ritroviamo la seguente suddivisione: terra Celani, baroniam Piscina sitam in eadem provinciam, consistentem in subscriptis alis terris et locis videlicet; Piscina, civitatem marsicana dirutam, Aschi, Venere, Cuculli, Lecce, Gioia, Bisegna, Santo Sebastiano, Ortucchio et Sperone per un importo di 307.500 ducati, atto stipulato presso il notaio Battista Pacifici di Napoli.
Quali furono le case acquistate da Sisto V.
Del palazzetto a Via di Parione 7, in Roma, noto comunemente col nome di « Casa di Sisto V », era rimasta oscura la storia sino al 1931. Le ricerche già fatte dal chiaro professore Giuseppe Tomassetti che, il 3 maggio e il 1° luglio 1890, stese due brevi relazioni per S. E. il generale Bernardino Serafini allora commissario regio per l’amministrazione dei beni dell’Arciconfraternita della S. Casa di Loreto dei Marchegiani, confermarono la « certa spettanza di questa casa al patrimonio domestico di Sisto V » (1).
Pel Tomassetti anche le decorazioni pittoriche interne e le sculture ornamentali del cortile pensile possederebbero « valore storico nel dimostrare con evidenza l’avere questa casa appartenuto a donna Camilla Peretti, che l’ha poi fatta ristaurare da eccellenti artisti nella fausta occasione delle nozze della sua nipote col giovine duca di Bracciano ».
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