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BIOGRAFI DI SISTO V

Resoconto inviato a Roma subito dopo l'elezione al papato di Sisto V (4 maggio 1585).

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Resoconto inviato a Roma subito dopo l'elezione al papato si Sisto V.
Il destinatario non è noto, ma è qualcuno che voleva sapere qualcosa in più del nuovo pontefice.

INFORMAZIONE DI SISTO V

DELL'ORIGINE, E FAMIGLIA DI NOSTRO SIGNORE

(In: Biblioteca Venerabile Ambrosiana, R124 sup. un. Cod.4)

1- Fu figliuolo Fra Felice da Mont' alto, che hora è papa Sisto di un hortolano, il quale l'essortò sempre ad attendere alle lettere, et alla religione per una visione, che hebbe sua madre l'anno 1521 nella notte di Santa Lucia, cioè alli 13 di dicembre due hore innanzi, che partorisse questo figlio; la famiglia de' Peretti insieme con l'arma se ben è usata da S. Santità già molti anni, non è però sua se non in quanto gli fu concessa, mentr'era giovane da un dottore Sanese, che fu al governo di Mont'Alto, il quale gli la diede insieme con un orologio, ove era impressa per un semplice segno di benevolenza, et della stima di questo frate.

DELLI PROGRESSI CHE FECE NELLA RELIGIONE

Fatto di buona età, et di molto valore, pareva, che fosse intollerabile ad ogn'uno de' suoi frati, onde si risolsero di mandarlo hoggi in qua, et domani in là, finalmente essendosi un poco acquietato in questo hebbe poi carico di leggere alli altri, et essendo riuscito in questo, gli diedero poi carico di

inquisitore, et fu compagno, ò amico di Pio V., il quale di generale lo fece vescovo di Sant'Agata, et poi Cardinale. Se V. S. sentisse discorrere da suoi compagni di studio, et che sempre sono stati con lui haveria gusto grandissimo di infinite cose bellissime, che troppo longi sarebbe à scrivere.

DEL SUO MODO DI VIVERE ESSENDO CARDINALE

Ha sempre havuto in gran veneratione la vita, e gli ordini della sua Religione, onde sempre ha tenuti e finimenti della sua camera di colore bigio, et di materia vile rispetto al grado di cardinale et nella sua tavola hà speso sempre pochissimo dicendo che così si conveniva ad un povero frate. Essendosi poi rittirato già alcuni anni ad habitare in una vigna presso Santa Maria Maggiore nelle estreme parti di Roma di continuo hà essercitati gli uffitij di hortolano, che gli servivano per essercitio dopo li hore del studio, affermando ad ogn'uno, che quello era l'offitio suo, e di suo padre, et hà fatta così, che noi chiamiamo giardino che non si potria

2- aggiungersi cosa alcuna. Nella chiesa di Santa Maria hà fatto bellissime spese, et tra l'altre una sepoltura a Nicola quarto, che fu frate della religione, et della sua stessa, con opinione, per quello che si vede di far la sepoltura propria per scontro à quella, ove ci resta a punto altretanto spacio, quanto come lo credo anco per questo, perché egli si voleva chiamar Nicola V ma il cardinale San Sisto gli addimandò che si chiamasse Sisto massime che Sisto quarto fu anco esso della religione di San Francesco. Soleva dire, et più volte l'ha detto a me, che gli denari spesi in fabricar chiese sono benissimo spesi per dui rispetti, uno della chiesa, l'altro de poveri, che s'affatigano in lavorare, et perciò hà sempre fabricato volentieri et pagato liberamente essendo nel resto parchissimo perche portava anco gli vestiti rappezzati, et qualche volta straziati, se ben credo che fosse più tosto per humiltà, che per la parsimonia, et in cio mi confermo, perche sempre ha mostrato dispreggio di troppo corteggio, et desiderato di comparire come egli diceva da povero frate hortolano, nel medesimo modo che hà vissuto hà anco voluto che viva la sua famiglia distribuendo ad ogn'uno de suoi cortiggiani una parte dell'horto da coltivare, et nella medesima humilta et parsimonia sono stati sempre la sorella, con li pronepoti di S. Santità.

DEL NUMERO DE SUOI PARENTI

Si ritrova una sorella vecchia chiamata la Signora Camilla; hà quattro pronepoti, che furono figli d'una figliola della Signora Camilla, cioé due maschi, et due femine. Il primo hà nome Alessandro. Il secondo Michele, quello è di età di  anni 14, questo di 8. La figliola maggiore ha nome Olimpia è d'anni X; la minima d'anni 6, hà anco un altra pronipota, maritata in Ancona, ma in grado molto lontano, se bene è amata da S. Santità quanto ogn'una di quest'altri; si offerse il padre dello sposo di accettarla per figliola già di

3- tre anni, et pareva che Mont'Alto non ardisse di accettare il partito con dire che non gli poteva dar più di 3 mila scudi di dote, veramente fù una cosa fatta all'improvviso, et che diede grandissima admiratione a tutti, essendo il padre dello sposo ricchissimo è chiamato il Signor Nicolò Fonndino Anconitano. Il marito della figliola della Signora Camilla, che padre delli pronepoti di S. Santità vive ancora, ma perche sempre fu un pover huomo, et in disgratia delli parenti appena si nomina. Sono connumerati trà parenti anco gli Peretti da Siena, cioè li succesori di quel dottore, che diede l'arma ed il cognome della famiglia à Nostro Signore, et sino hora è stato chiamato uno di essi, che sta al servitio del vescovo di Parma da 21 anni in curia, al quale Sua Beatitudine ha sempre mostrato grandissimo amore, et fatti molti favori.  Si può connumerar similmente tra suoi parenti il Sig. Paulo Giordano Ursino per esser marito della Signora Vittoria Accorambona che fu moglie prima del signor Francesco figlio della Signora Camilla, et nepote di S. Santità ma è tempo di parlarne.

DELLI DISGUSTI ET DISGRATIE CHE HA' PATITO ESSO CARDINALE

Il maggior cordoglio aungue che ha patito essendo cardinale furon per causa de suoi parenti, et tra tutti il maggiore fu quello, che hebbe nella morte del Sog. Francesco b.m. Figlio della Signora Camilla, che fu assassinato già cinque anni, et si può dir fatto in pezzi; doppo la morte di esso hebbe gran dispiacer veder di subito la Signora Vittoria Accorambona, in mano della giustitia, come che fusse consapevole della morte del marito, et poi vederla in casa del Signor Paulo Giordano Orsino, che sempre l'haveva amata, et servita mentre fu maritata. Per questo anco sono successe parole poco amorevole tra la signora Camilla, et la Signora Vittoria quando andò l'altro giorno a congratularsi di questa ovasione (?) di Nostro Signore. Ha similmente havuto gran dispiacere il Card. Mont'Alto per la mala vita, che faceva fare il padre de suoi pronepoti alla figlia della Signora Camilla sua moglie

4- et dopo la morte di essa è stata sempre lite quasi rabbiosa tra il card. Mont'Alto, e il marito della povera giovane; perilchè adesso il pover huomo si vuol mangiar le dite, se ben veramente N.Signore gli ha fatto assai buonissima …..

Pare anco, che sia stato malissimo sodisfatto N.S. di Papa Gregorio in due cose, una che non vide quella giustitia, che si conveniva della morte del nepote; l'altra, che S. Santità gli levò un giorno le provisioni di povero Cardinale sotto pretesto, che fusse riccho, come mostravano le fabriche che egli faceva, ma realmente la cosa hebbe un altra origine.

DELL'ELETTIONE AL PONTIFICATO

L'elettione di questo papa si conosce chiaramente, che è stata per opera del Spirito Santo, perché secondo i discorsi humani la cosa doveva passar altrimenti, essendo che il Cardinale Cesis il venerdì santo haveva voti davantaggio per esser fatto papa il dì de Pasqua come era stato disignato, ma Dio volse, che fu scoperto il trattato, et impedito, et per questo effetto quasi tutti i cardinali restorno à pranzo in conclave il primo giorno contro il solito loro. Sirleto similmente fu per essere adorato il secondo dì de Pasqua quando gli mancavano solamente quattro voti, et che Guastavillano glieli conduceva fu impedito da Este, et da Sforza ad alta voce. Ceneda poi, che era abbracciato da tutta la fattione francese, et da Farnese desiderato dalli gregoriani non venne mai.

Mondovì che fu proposto da spagnoli et da francesi, et era similmente creatura di Gregorio in luogo di venir presto si mise in potestà del mare, onde fu impedito di modo, che comparse doppo l'ellettione, come fece anco il card. di Verona. Non puote esser elletto Albano che nel scrutinio hebbe più voti degli altri, ne il card. di Vercelli, che fù tanto favorito da Altemps, et da tutta la fattion di Pio quarto

5- e Mont'Alto, che non piacque mai alli capi di fattione, et che dispiacque sopra tutti a Farnese, et à tutta la casa Orsina, per inimicitia particolare et Este per la troppa severità di esso Mont'Alto, et perche prete pretendeva di ottenere dal futuro pontificato la confirmatione dell'investitura di Ferrara per la discendenza di D. Alfonso, fù elletto nel modo, che altre volte ho scritto a V. S. né fù havuto in consideretione, che fusse più giovane di tutti gli altri, ne che fusse contadino, frate, et di robustissima vita, dal che veramente si può concludere, che non è stato se non opera del spirito santo massimamente che non si poteva trovar miglior soggetto per il Stato spirituale, ne il più utile

per il temporale della Chiesa per le raggioni, che dirolli addesso.

DEL GENIO DI QUESTO PAPA, ET DEL MODO DI GOVERNARE

E' huomo dedito assai alli negotij, et di natura più tosto malanconica  che allegra, hà anco del rigoroso, et dice, che vuole imitar Pio V in ogni cosa, eccetto che nella troppa clemenza; per questo il populo mostra poca allegrezza; ma dice S. Santità che spera di rallegrarlo con li progressi suoi; nelle cose proprie mostra poco affetto, et quando il Sig. Paulo Giordano gli parlò gli rispose queste parole; delle offese fatte al Card. Mont'Alto, non è il dovere che se ne ricordi Papa Sisto, ma per l'avvenire si governasse bene. Io tengo che più d'un paro di cardinali siano per uscir di Roma à questo settembre, et star più lontani che potranno. Vedrà anche presto V.S. Che torneranno li vescovi alle residentie loro si come ha commandato di già Nostro Signore eccetto però quelli, che sono cardinali et tra gli altri Verona, che per essempio universalmente  vuole che sia in Roma, come ella intenderà più abbasso; preghiamo pur Dio mantemergli lungamente S. Santità.

DELLA COMPLESSIONE, ET SANITA' DI NOSTRO SIGNORE

Quelli che stanno poco bene in questo pontificato prendono gran conforto per la speranza della mutatione per la indisposizione che patisce

6- S. Santità di dolori colici, et renali, li quali alle volte l'hanno travagliato in modo che gli medici li hanno reputato per morto, fa anche delle pietre molto grosse, et quello che più importa attende poco alla sanità sua.

Hebbe perciò giovedì, che fu il secondo giorno della sua creatione un poco di dolore renale con un poco di febre, che gli venne la notte venendo il venerdì, la domenica notte similmente il medico suo gli disse, che haveva la febbre; martedì poi si cavò sangue dal braccio et con tutto ciò volse esser incoronato mercoledì mattina, che fù il primo di maggio; per questo hora si tratta de andar domattina à pigliar il possesso del pontificato à S. Giò: Laterano, li medici lo consigliorno che andasse in lettiga, overo se cavalcava non farvi (?) la via ordinaria del Campidoglio per fuggir la salita, et la calata di quel monte. Questa infirmità non fu mai creduta da molti mentre egli era cardinale, ma veramente è grande, et non è finta, et Dio vogli, che non ce lo levi presto.

DELLE GRATIE, ET DELLE DISTRIBUTIONI DE OFFICI

Una gran prudenza in distriuire gli officij et per questo da principio hà confermato molti per poter più consideratamente proveder di quelli, che habbino a succedere in  luogo loro, et per questo non ha ancora fatto il datario nuovo, che è il più importante officio che sia, al quale concorsero con grandissimi favori Monsignor Seraffino auditore di Rota, et …. Mons. Bastone creatura di Pio V …. che diede l'officio di generale di Borgo, et della Guardia al Marchese Altemps fra da pricipio ma il titolo di Generale di Santa Chiesa ancora resta in persona dl Duca di Sora, al quale fu dato per luogotenente il marchese di Riano nepote del Card. Cesis. Tutti gli uffitiali di casa sua sono confirmati ne gli uffitij loro, eccetto il maestro di casa, che è fatto the.re (?) scerito (?) et in luogo suo fatto Monsignore d'Alifo  …. di quel signore che fu giusticiato insieme con li carrafeschi (?)

7-Thesau.rio generale è fatto Monsignor Giustiniano, nepote del Cardinal F.de. (?) et è fatto in vita per 50mila scudi, con tutto, che altri ne habbino offerto 70mila. Il Card. Rusticucci è fatto segretario et Alessandrino capo della consulta perilche sono stati assignate le stanze à SS.SS. Illustrissime in palazzo, et anco con tutto ciò anco il secretario di N.S. hà titolo di secretario con un breve credentiale, del quale sarà obedito sempre da tutti i ministri del stato ecclesiastico.

Il Card. S. Sisto havendo ceduto le stanze ad Alessandrino si rittirerà in un palazzo del Card. Farnese per questa estate chiamato il palazzo di Sant'Angelo. Potria esser che il Papa venisse in San Marco, come desidera Alessandrino per non esser molto buona l'aria di Borgo; ma per non uscir del proposito delle gratie fatte da S. Santità ella saprà che questa mattina hà concessa la provissione di povero cardinale al Card. di Verona, la quale non si sa ancora quello, che importi ma almeno sarà di 100scudi al mese, e gli hà dato o intentione di dargli qualche buona entrata, et tutto è stato Motu Proprio, et senza che il Cardinale habbi detto, ò fatto dir parola. Si stà mò aspettando che dia il suo cappello al nepote, si come fanno instanza li cardinali ò al generale di San Francesco, come disse di voler fare già alcuni giorni, chiamandolo per padre di sua madre, cioè della sua religione.

Ha anco distribuito cinque legationi conforme alli capitoli fatti tra cardinali prima che entrassero in conclave, una ne ha data al card. De Cesis cioè della Marca, l'altra di Romagna al Colonna, ma pare, che questi signorinon li vogliono accettare; Bologna è di nuovo confirmata a San Marcello; Perugia a Spinola, et la Campagna a Lancillotto.

Potria esser che si sentisse anche di Mondovì, et Terranuova, che sono giunti di nuovo, et non hanno avuto ancora il cappello.

Castellano è fatto quel Signore Nicolò Tondino, che maritò suo figliolo nella pronepote di S. Santità già tre anni incirca.

Volevo andar giù oltre, ma son chiamato dal signor cardinale però faccio fine basciandogli le mani.

Di Roma li 4 di maggio 1585

Di V.S. M. de.la        Nepote, et Signor obligat.o

                               Francesco Radice

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