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GIAMBATTISTA PALLOTTA

caldarola ugPALLOTTA GIAMBATTISTA*, Cardinale. Naoque in Caldarola, nipote del Card. Gio. Evangelista Pallotta, e s’istruì nel convitto di s. Bernardo di Perugia, sotto il celebre Bonciario. Gregorio XV lo fece vicelegato di Ferrara, Urbano VIII collettore apostolico in Portogallo, dove con invitto coraggio mantenne illesi i diritti Ecclesiastici, procacciandosi l’ammirazione degli stessi avversari, come rilevò de Lugo nel libro a lui dedicalo: Iter Lauretanae Domus. Tornato in Roma ne fu eletto governatore, ed imparzialmente amministrò la giustizia. Inoltre Urbano VIII, in premio di sua mirabile integrità, lo consacrò arcivescovo di Tessalonica, e spedì nunzio straordinario all'imperatore Ferdinando Il per allontanare la guerra da Italia, e vi restò nunzio ordinario, sostenendo L'onore del principe e le ragioni della Chiesa; laonde a’ 19 novembre 1629 lo creò cardinale prete di s. Silvestro in Capite, e l' imposizione della berretta cardinalizia l’eseguì l'imperatore. Fatto legato di Ferrara, con prudenza e valore aumentò le rendite senza aggravio de’ popoli, che provvide nella carestia. Spurgò il canale di Comacchio, che prese il suo nome, rendendone più salubre il clima; il suo nome rimase pure ad una villa da lui posseduta in Roma fuori di Porta Pinciana, ed ancora detta Grotta Pallotta. Per sua opera la nazione Picena ottenne la Chiesa di s. Salvatore in Lauro, con l'annesso collegio, contribuendovi pure con somme considerabili, e celebrando con solennissima processione la festa della Madonna di Loreto, descritta dal Carde!la, Memorie t. 6, p. 294, e dal Profili p. 10, nell' opuscolo Antonio Pallottae card. Nel 1666 ottenne il vescovato di Frascati, dove aprì il seminario che per lo piò manteune a sue spese. Nell'anno santo 1650 convitò nel proprio palazzo i poveri pellegrini, servendo loro a mensa. Nemico dell' interesse, sempre ebbe in mira il pubblico vantaggio, e fu d'animo gagliardo. Morì in Roma nel 1668, d'anni 74, nel giorno e ora in cui era nato (l'elogio lo citai nel vol. VII, p. 56), e trasportato in Caldarola fu sepolto in s. Caterina.

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* G. MORONI, Op. cit., Vol. LI, pp. 65, 66.

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