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FABIO BIONDI - VARI

Doc. n. 19 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, l'11 maggio 1588 a Mons. Monsignani. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, f. 18v.

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Questa mattina ho dato conto a Nostro Signore che Vostra Signoria Reverendissima disegnava di dar principio a far tagliar li legnami nella selva di Rovetino per fabricare il ponte nell'Aso, et che desiderava sopra di ciò ordine da Sua Santità per sodisfattione di Monsignor Reverendissimo Vescovo, che non pareva che vi condescendesse così volentieri senza saperne la mente di Sua Santità, mi rispose che il Vescovo havea ragione essendo sua la selva. Però che io scrivessi al Vescovo che se ne contentasse, che faria cosa grata a Sua Beatitudine, et in conformità di questo et per maggior autorità ho fatto che il Cardinale mio Signore gli scriva lui l'inclusa, che Vostra Signoria Reverendissima potrà fargli dare, et nel tagliar detti legnami gli potrà dar sodisfattione con fare che ci assista uno de suoi, acciò li taglino in loco di manco danno. M'ha poi detto di più Nostro Signore che scriva a Vostra Signoria Reverendissima che avverta che il ponte si faccia sul territorio di Montalto di qua et di là del fiume, acciò col tempo nissuna altra Terra possa pretendere, et se nel territorio di Montalto non c'è sito così proportionato, che si faccia più tosto muraglie alla riva del fiume, et si aiuti così, acciò si faccino le cose che stiano bene, et sia in quel di Montalto et così le piacerà d'ordinare, et a Vostra Signoria Reverendissima bacio le mani et mi raccomando in gratia.

Doc. n. 18 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 7 maggio 1588 a Mons. Marcolini. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, f. 18r.

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Ho detto alla Santità di Nostro Signore quanto Vostra Signoria Reverendissima mi scrive nell'ultima sua circa l'amorevolezza, che hanno mostrato coteste terre, et particolarmente Offida in offerir opere et carreggi per la fabrica del monte, che gli è stato caro, et havendole detto che la Ripa solo non ha risoluto anchora di dar cosa alcuna, ha risposto che non se ne cura, et che non si usi violenza alcuna, ma si lasci in libertà delle terre, accioché quel che vogliono fare lo faccino con amore, et sollecita sempre acciò si possa cominciare a pensar di dar privilegij et essentioni a chi venirà ad habitare. Però Vostra Signoria Reverendissima usi ogni industria, che quanto più l'impresa è difficile, tanto maggior honore riportarà di condurla a qualche perfettione, et non si smarrisca, perché Sua Santità ha detto, che poiché s'è cominciato, vuole che si finisca.

Io non hebbi avviso che mi ricordi, che Vostra Signoria Illustrissima ricevesse l'ultimo mandato delli 500 scudi che le fu mandato alcuni giorni sono. Sarà bene che n'avvisi, et facci che il Capitano Pompeo mandi i conti, se sono finiti, perché io vederò di procurare de gli altri, acciò si possano mettere dell'opere in buon numero.

Sua Santità ha donato li mille scudi per l'abondanza et già ne ho il mandato in mano et lo manderò per messer Baldas- sarre, et crederò che portarà anco l'ispedittione della fiera a tempo della Pentecoste, et con questo li bacio le mani.

Doc. n. 17 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 9 aprile 1588 a Mons. Monsignani. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, f. 16r-v

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Ho detto alla Santità di Nostro Signore della buona opera che vostra Signoria Reverendissima ha fatto in concludere la pace nella Terra di Forci, et la recognitione che ne ha fatto quella Communità delle 300 opere per il lavoro del Monte et ha commendato così lei, come quella terra, che ha fatto quello che non ha ancor alcuna delle altre. Io diedi poi li conti a Monsignor Tesoriero di tutta la spesa di quella opera sino alli XI di marzo, che sino a quel tempo io gl'haveva nelle mani, che il Capitano Pompeo me li haveva mandato, et per tutto li XI avanzavano cento et quattro scudi, de quali sarà bene che Vostra Signoria Reverendissima li mandi o a me, overo al medesimo Tesoriere, acciò ne possa dar conto a Nostro Signore che così ha ordinato. Credo poi d'haverle scritto che Sua Santità si contenta, che si cresca la mercede degli operarij sopra il carlino, et con questo le bacio le mani, et melle raccomando con gratia.

Hor hora Monsignor Tesoriero m'ha mandato l'incluso mandato che invio a Vostra Signoria Reverendissima.

Doc. n. 16 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 2 aprile 1588 a Mons. Monsignani. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, ff. 15v, 16r

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Ha fatto molto prudentemente Vostra Signoria Illustrissima da fare opera che non si scriva alla Santità di Nostro Signore da coteste Terre per conto delli operarij del monte, perché facilmente Sua Santità ne havria preso disgusto, poiché si vede chiaramente che non vuole che si usi violenza. Io ho poi parlato con sua Santità et dettole che Vostra Signoria Illustrissima desiderava sapere se si contentava, che si accrescesse qualche poco il prezzo dell'opere, perché nelle faccende, et li giorni sono anco più lunghi, et m'ha detto che le pare honesto, che si dia qualche cosa d'avvantaggio, et così Vostra Signoria Reverendissima potrà ordinare. Le ho anco detto, che sono spesi li denari mandati ultimamente et se n'ha fatto un poco di maraviglia, tuttavia m'ha detto, che Vostra Signoria Reverendissima ne dia li conti a Monsignor Tesoriere, poiché questi son denari della Camera, et rispondendogli io, che li conti sono in man mia, et che li consignarei al Tesoriere, così mostrò di contentarsi. Li darò dunque et vederò di fare opera, che si mandi aiuto. Et con questo le bacio le mani et me le raccomando in gratia.

Doc. n. 15 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 30 marzo 1588 a Mons. Marcolini Monsignani. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, ff. 13v, 14r

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Dissi a Nostro Signore il pensiero di Vostra Signoria Reverendissima et del Capitan Pompeo di continuar la strada fatta dalla marina a Montalto sino a Valcimera con rappresentargli l'utile che ne tornerà a quella Città per il passaggio de Regnicoli, et che si potria fare un ponte nell'Aso sotto i molini di Montelpare dove è luogo commodo, et di là far la strada a Santa Vittoria. Sua Santità lodò il pensiero, et disse che le saria caro, che si facesse, ma che non bisognava per adesso far disegno di soccorso per questo effetto dalla banda sua, perché si trovava gravatissimo da molte bande, et in altre imprese, alle quali era necessità di provvedere, io le risposi che Vostra Signoria Reverendissima sperava che le Terre convicine fossero per concorrere a questa spesa, et che non se ne graverà Sua Santità, a questo soggiunse, che Vostra Signoria Reverendissima potria un giorno di festa far congregar quelle Terre et veder d'indurle a farlo con amore senza usar violenza alcuna, perché adesso non ha questo fine. Hora Vostra Signoria Reverendissima potrà vedere in questa maniera quel che se ne potrà ritirare, et se ben non si potesse mettere tutta l'opera a perfettione, darle principio, et andarla continuando, tanto che col tempo si riduca in buono essere.

Dissi ancora a Sua Santità che l'opere si andavano raffreddando, che ricusavano di venir per il carlino, et mi rispose, che non se ne meravigliava, essendo hora nella stagione, che si trovava da lavorare alle vigne, et in altre opere, et che per questo bisognava sollecitar questo inverno, et metter dell'opere in buon numero, et altre cose simili. Per adesso bisognarà far quel che si può.

Sua Santità si è contentata di concedere la fiera, et si attendarà all'ispeditione con quella maggior diligenza che si può. Si fanno anco i Capitoli per il monte della pietà, al quale Sua Santità inclina molto, et spero, che usarà della sua liberalità per servitio di quei luoghi. Et con questo a Vostra Signoria Reverendissima bacio le mani, et mi raccomando in gratia.

Doc. n. 14 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 5 marzo 1588, a Mons. Marcolini. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, f. 13r

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Havrà Vostra Signoria Reverendissima con questa mia una di Monsignor Illustrissimo di Montalto mio Signore al Vicegovernatore di Fermo, per la quale gli ordina, che lasci cavare grano da quello Stato per supplire all'opere che d'ordine di Nostro Signore lavorano nella fabrica di Montalto, et se ne potrà valere.

Le mando anco una cedola di cinquecento scudi, che Sua Santità ha signata per la medesima fabrica, et le piaccia dare avviso della ricevuta, et del progresso, che si fa.

N'havrà poi un'altra di mille scudi, li quali hanno da servire per ultimo pagamento della possessione, che il signor Pier Antonio Silvestri ha comprato alla Ripa, come potrà vedere per il mandato. Potrà Vostra Signoria Reverendissima recuperarli et farne il detto pagamento con far sapere questo ordine al signor Piero Antonio, et sarà contenta avvisare della ricevuta. Ho havuto il memoriale dato da cotesta Città per conto della fiera che desidera, et havendone io parlato con Sua Santità m'ha ordinato, che io la tratti con questi signori Camerali, et vederò che si spedisca, et tanto le piaccia di far sapere alla Città, la quale ha da fare continua oratione per la salute di Sua Santità poiché non cessa di farne sempre gratie maggiori. Et a Vostra Signoria Reverendissima bacio le mani, et prego ogni contento.

Doc. n. 13 - Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 20 febbraio 1588 al Capitano Pompeo. ASV, fondo Gonfalonieri,60, f. 11 r-v

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Con la lettera di Vostra Signoria ho ricevuto il conto delle spese, che si son fatte in cotesta opera dal primo dicembre sino alli 6 di febraro, et havendolo voluto mostrare a Nostro Signore non mostrò molto di curarsi di vederlo, et così anco il calculo della spesa da farsi nello spianar del monte, de che non mi curai manco di dargliene conto a bocca, poiché non pigliò la scrittura, mi disse bene, che poiché Vostra Signoria havea cominciato di spianar dal piano di San Pietro, si contentava, che si seguitasse, ma che voleva poi in ogni modo, che si cominciasse a quello della porta buttando il terreno verso San Georgio da quella pane, sostenendo la terra con quel meglior modo, che si può, poiché in ogni modo vuole che la muraglia della città nuova cominci da quella parte in modo, che San Giorgio sia dentro, et l'ultimo muro di S. Giorgio sia nella muraglia della città, et il terreno si allarghi tanto, quanto è larga la Chiesa, così dall'altra parte vuol che la muraglia cominci a quel torrone, che è da bora, secondo il disegno di Vostra Signoria, et arrivi poi a Santo Angelo, et San Pietro si levarà, che si vuole una piazza nobile et grande, et quella chiesa si trasporterà altrove in meglior sito. Ho detto a Sua Santità il pensiero di Vostra Signoria di pigliar la strada a casa di Giovanni Mazzocco, et tirarla a linea della Città nuova. Non le piace, et m'ha ordinato le scriva, che non vuol che si tocchi la Città vecchia in luogo alcuno, et con il sopradetto disegno dice che bisogneria buttare a terra delle case, il che non vuole.

Quanto alle fornaci di mattoni et di calce, già s'è scritto, che si faccino. Monsignor Thesoriero ha poi havuto ordine di mandar 500 scudi et facilmente si mandaranno con questo ordinario, se non mercordì si mandaranno li mandati. Et si lavori pure allegramente mentre si possono haver dell'opere. Et con questo le bacio le mani.

Doc. n. 12 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 17 febbraio 1588 a Mons. Marcolini. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, f. 10 r-v

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Ho dato conto a Nostro Signore di quanto Vostra Signoria Reverendissima mi scrive, cioè che il lavoro del monte fu comenciato il primo di decembre, et per gli instrumenti et per le opere si spesero in quel mese li 500 scudi, et che la spesa si augmentò, perché si crebbe il numero dell'opere, a questo credo s'acquetasse, ma quanto al pagamento del soprapiù del carlino fatto dalle Communità all'opere di Loreto disse, che ciò non era vero, et che non era meraviglia, se quando si ridussero le opere al carlino si ritiravano, perché erano usi al principio al giulio. Dissi a Sua Santità dell'ordine che bisognava dare al Depositario, acciò somministrasse de denari incamerati, poiché di quelli di Monsignor Melchiona non se ne possono essigere per l'inhibitione dell'Auditor della Camera, et mi disse, che ne parlassi col Thesoriero, sì come farò prima che sia sabbato. Et in tanto Vostra Signoria non si perda d'animo ma attenda a far continuare l'opera, perché son certo, che come venga il Capitano Pompeo, si darà anco ordine per denari, et così aiuti da ogni banda, ma non con violenza.
Qua s'è detto, che s'è trovata l'acqua verso la fonte Lupone, se è vero me ne avvisi, perché Sua Santità l'havrà a caro. Mi fu anco detto da un balordo di Porchia, che la Città di Fermo mandava cinquecento opere per otto giorni, et io fui così leggiero che lo dissi a Sua Santità che ne prese gran piacere, ma vedo che è una vanità, et son rimasto un goffo, ma non sono anchora fuori di speranza, che non possa esser vero, et con questo le bacio le mani.

Doc. n. 11 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 10 febbraio 1588 al Governator del Presidato. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, f. 8v

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È stato caro a Nostro Signore d'intendere, che si sia scoperto del terreno da lavorar mattoni in quel monte, che si spiana et così anco delle pietre vive, et loda, che si cominci a far cocere della calce, et a fabricar mattoni, et si contenta, che si piglino de lignami dalla selva di Rovitino, et si vedarà di operare, che si mandi denari, et intanto Vostra Signoria s'aiuti come meglio può in occasione de delitti, et Idio la contenti.

Doc. n. 10 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 3 febbraio 1588 al Capitano Pompeo Floriani. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, f. 5v

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La Santità di Nostro Signore m'ha commandato scriva a Vostra Signoria come faccio, che quanto prima potrà, si transferisca a Montalto per attendere et sollecitare quella opere, fin che havrà la commodità di havere dell'opere a buona conditione, et che non vi sono facende, et avvisi del bisogno del denaro, perché Sua Santità darà ordine, che il Tesoriere della Marca gli paghi, come s'è fatto delli cinquecento.
Quando sarà in Montalto potrà dar conto del lavoro a che termine si truova, non lasciando di dirle, che Sua Santità vuole, che si pigli il piano della porta da basso, et quello si vada seguitando con dolcezza buttando il terreno verso la valle di San Georgio, et dall'altra parte da bora, et disegna dove è la Chiesa di San Pietro che andarà per terra di far la piazza del mercato che sia spatiosa et grande. Et a Vostra Signoria prego ogni desiderato contento.

Doc. n. 9 - Mons. Fabio Biondi, Patriarca di Gerusalemme, il 3 febbraio 1588 a Mons. Marcolini a Montalto. ASV, fondo Gonfalonieri, 60, f. 5r-v

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Ho dato conto a Nostro Signore di quanto Vostra Signoria Reverendissima mi scrive con la sua, et se bene ho conferito ogni cosa distintamente col suo Agente, non lasciare di dirle, che si meravigliò molto, che ella scrivesse, che li 500 scudi siano bastati per tutto il mese di decembre, et che per gennaro solo dica d'haverne spese 300 de suoi, poiché il lavoro fu cominciato fin d'ottobre, et tenne me per imprudente, che non l'havessi notato, et che l'havessi detto a Sua Santità, et tanto più, quanto che Vostra Signoria Reverendissima dice d'haver fatto sempre lavorare con 200 huomini. Si dolse anco che l'opere da principio fusserò pagate un giulio l'una, dove a Loreto il Cardinale di Perugia l'ha sempre pagate un carlino, et in tempo delle faccende del coglierle olive, che in Montalto non c'era questa rispetto, gli dissi poiché Vostra Signoria Reverendissima desiderava di sapere a chi si dovesse dare il conto delle spese, et rispuose che facesse tenere i conti in un libro, che bisognerà poi darlo in Camera.

Mi commandò finalmente che io scrivessi al Capitano Pompeo, che venisse a Montalto quanto prima per sollecitare l'opera, et che bisognando denari, se ne darà l'ordine al Tesoriere della Marca, come si è fatto della 500. Quanto al valersi de denari incamerati, o che si incameraranno, disse che se n'era scritto a Vostra Signoria Reverendissima più volte, et credo intenda che se ne voglia, ma se n'ha havuto l'ordine, non occorre altro. Et con questo le bacio le mani desiderandole ogni contento.
Se il Capitano Pompeo non è costì, facciami gratia di mandargli l'inclusa.

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