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SCULTURA

Manoscritto - Anno 1624

  • Scritto da Nello Pisanti
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Tratto dall’Archivio Colonna dell’archivio di Santa Scolastica di Subiaco. Anno 1624

La sera de’ 26 di agosto il 1590 nel Palazzo de’ SS. Ap[osto]li, e nell’appartamento a mezzo scale, nel quale habitava la S[igno]ra Felice Orsina Colonna vedova di Marcantonio, e vi si facea l’ingresso appunto dalla porta di mezze scale, e da quel passetto, che vi era già col tramezzo apposticcio (tolto da Mons. Patriarca D. Gio. Batt[ist]a uscì dalle camere suor Margherita, donna delle favorite della S[igno]ra Felice (visse hoggi li 5 aprile 1642 nel Monasterio di Santa Chiara presso alla Minerva) e dimandando del palafreniere di guardia, se le fece incontro Fabritio da Capistrello (il quale racconta in questo giorno il successo) et introdotto da lei alla S[igno]ra Eccellentiss[im]a udì il commandamento di S[ua] Ecc[ellen]za in questa guisa: dimani mattina di buon hora andatevene a Termine alla Vigna di Montalto, et informatevi per mia parte della salute (ch’era molto travagliata) del S[igno]r D. Virginio Orsino, e della S[igno]ra Flavia Peretti sua sposa. Nel ritorno siate con Mon[signo]r Maestro di Camera in Montecavallo, il quale pregate in mio nome, che vi dica della salute di N.S[igno]re, come ha passata questa notte per la sua indisposizione (mortale di Sisto V). Ricevuto il commandamento, e ritiratosi il palafreniere Fabritio, si accinse poi la mattina de’ 27 ad eseguirlo, et informato alla Vigna sud[dett]a, che gli sposi continuavano a dimorarvi indisposti in letto; riportò da Mon[igno]r M[aestr]o di Camera, che N. Signore havea quella notte havuto la solita febre. Il Papa morì quel med[esim]o giorno di 27 sulle ventitré hore. E la S[igno]ra Felice si fece quella sera med[esi]ma condurre in seggetta al Palazzo della Cancelleria per vegliarne (come fece) D. Camilla Peretti sorella del Papa defunto, et ava della principessa di Palliano Orsina sposa del Contestabile M.Antonio B. Il quale insieme con Marzio Colonna Duca di Zagarolo haveano già nel tempo della infermità del Pontefice secretamente empito di gente tutto quel palazzo, per difenderlo, et in esso il marchesino (che fu poi Principe Peretti) pronipote di Sisto, dall’impopolare de’ Romani, concepita contro a quella famiglia per cagione della severità della giustizia dello zio.

Alla S[igno]ra Felice toccò di condursi à SS. Apostoli in salvo D. Camilla, che dimorò poi sempre in casa Colonna, mentre ella visse. 

Al Contestabile M. Antonio s’offerse quella buona occasione di acquistarsi una gloria così matura in età così senza, cioè aver difeso la sorella e l’honore di Sisto V dalla furia del popolo romano. Consegnando (disse egli), il Contestabile a Fabritio di Capistrello suo palafreniere una lista di 25 cavalieri romani amici di casa, et un altro d’altrettanti ad Agostino Boetio da M… un altro palafreniere e uesti andarono diligentemente ad avvisare quei 50 cavalieri, che si volessero trovarsi a casa del Contestabile la mattina seguente, favorirono eglino puntualmente. Il Contestabile, dopo essersi levato di letto, era già passato in zimarra dall’appartamento di mezza scala della S[igno]ra Felice, e dalla sua sposa, a quello di sopra di verso il cortile, ch’era il suo proprio, doppo essere finito di vestire, venne fuori, et incontrando la moltitudine della nobiltà per le sale, scale, e cortile, esportò a tutti il suo desiderio che lo seguissero in Campidoglio. Si mosse subito a piedi com’egli era, con tutto questo corteggio (che ad ogni passo si moltiplicava con nuove aggiunte di nobilissimi soggetti) et arrivato in Campidoglio per sedare il tumulto, protestò al Senato e Conservatori, di ingiurie, che facessero alla statua di Sisto, si facessero alla persona di M. Antonio, e fattosi vedere dalla moltitudine del popolo e da cavalieri et altri de Capizucchi, e da Giampietro Caffarelli principali capi del tumulto d’esser pronti a difendere coll’appoggio reciproco della sua persona la statua; rasserenate però tutte le persone, se ne ritornò tosto M.Antonio glorioso al suo Palazzo.

NB. A proposito di quest'ultimo episodio, vedi anche: S. GUARINO, LA STATUA DI SISTO V NEL PALAZZO DEI CONSERVATORI >>

LA STATUA DI SISTO V NEL PALAZZO DEI CONSERVATORI*

  • Scritto da Sergio Guarino
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landini campidoglioLa scelta di dedicare a Sisto V una statua onoraria sul colle capitolino non rappresentava di certo, agli occhi dei contemporanei, un fatto insolito: nel corso del Cinquecento, già quattro statue di papi - nell’ordine, Leone X, Paolo III, Paolo IV e Gregorio XIII - erano state collocate in Campidoglio, anche se nel caso di Paolo IV l’effigie era stata tolta, e gravemete mutilata, alla fine del pontificato del Carafa.1 

Le vicemde della statua sistina sono note, nelle loro linee essenziali, alla letteratura artistica, anche se appare possibile precisarne alcune circostanze.2 Il 26 novembre 1585, nel corso di un Consiglio Segreto, si decide "una omnium sententia quod ob egregiam in Populum Romanum Sanctitatis Domini Nostri humanitatem et amorem in manuteninda annona erigatur magnifica et decens statua marmorea in Capitolio sumptibus romani populi et id Publico deferatur Consilio3.

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