Proverbi sistini - La prudenza
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<p>I prudenti devono sempre far conto di morir presto, e perciò fare al più tosto quello che devono.</p>
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<p>I prudenti devono sempre far conto di morir presto, e perciò fare al più tosto quello che devono.</p>
<p>Uno scudo in borsa fa più onore di cento scudi buttati inutilmente.</p>
« lo sono in Roma e pur non ci trovo Roma: tante sono le novità degli edifici, delle strade, delle piazze, delle fontane, degli acquedotti, degli obelischi, et l'altre stupende meraviglie con le quali ha Sisto, gloriosa memoria, abbellito questa vecchia rimbambita che io non ci conosco, né ci ritrovo per così dire più vestigio di quella Roma Antica che ci lasciai ha già dieci anni quando me ne partii... Et s'io havessi tempo di poetare sarei quasi per dire che all'imperioso suono della temuta tromba di quel magnanimo pontefice le membra, et l'ossa venerabili del vasto et mal sepolto cadavere di lei, rotte et sparse per la gran campagna latina siano state in parte ricerche et ragunate et che in virtù di quel fervido e vivacissimo spirito ne sia risorta quasi fenice dalle sue ceneri questa novella Roma, che pur hora si vagheggia con tanta lode del suo pietoso rigeneratore... Ma chi considera ben sottilmente ogni cosa, ... s'avvede che per tutto l'antico et corroso dal tempo è stata posta particolar cura di appoggio e di sostegno: perché l'istesse miserabili ruine non vengano di nuovo a ruinare in modo che non possono esser letti da nobil peregrino, che studiosamente vada confrontando Roma caduta sotto la gran mole di se medesima con gli inchiostri non caduti nella suprema gloria della sua immortale imagine...
Onde si può dir che non senza gran misterio Sisto fu Sisto perché omnia initura sistit. Nome veramente di felice augurio ».
A. GRILLO, 1595 (in Lettere, I, Venezia 1916, pp. 351-353); riportato da: AA.VV., Roma Sisto Qvinto, Edizioni De Luca, Roma 1993 p. 12</p>
« A leur venue nous nous logeames tous de compagnie à ung logis appellé "le Poisson", où nous fusmes quinze jours, faisans bonne chere et alans tous les jours voir les antiquités de Rome.
Ce seroit chose trop longue de raconter touttes les antiquités qui se voyent a Rome, comme aussi les excellentes choses qui y onte esté nouvellement faictes par le pape Sixte V d'à present, les quelles estant touttes rediggés par escrit, tant les antiquités comme aussi ce qui a esté faict de nouveau, je ne m'y arresteré plus longuement, joinct que seroit chose suffisant pour amplir ung gros volume ».
Anonimo viaggiatore francese
« Gaci: Ma che diremo noi delle acque, le quali S.Beatitudine fa condurre per cosi lunghi canali con tanta spesa, fino a quella parte di Roma, la quale per penuria è poco meno che tutta disabitata.
Papio: Da questo si comprende che S. Santità tra tutti i suoi bonorati pensieri ha particularmente intendimento d'adornare, abbellire, e arrecare comodo e beneficio alla Città. Se la vita d'alcuno di noi per qualche anno si distendesse, io fermamente credo che non molti ne passerebbero, che noi vedremmo il disabitato dell'antica Roma, la maggior parte del quale è di benissimo aere, per beneficio di quest'acque habitatissimo».
C. GACI, Dialogo... delle valorose operationi di Sisto V e in particolare del trasportamento dell'obelisco del Vaticano..., Roma 1586, pp. 38-39; riportato da: AA.VV., Roma Sisto Qvinto, Edizioni De Luca, Roma 1993 p. 12.
«Così Sisto V sopravvive nella storia come uno dei più importanti, di quanti cinsero il triregno; una individualità straordinaria, di un conio compatto e perfetto, si dimostrò egli geniale e grande in tutte le sue intraprese come nei suoi vasti disegni. [...]
Storici delle più varie tendenze convengono [...] che Sisto V e uno dei più imponenti fra i molti importanti pontefici, che produsse il tempo della riforma e restaurazione cattolica. Si può ben dire che la posterità a questo papa, che pieno della fiducia in Dio guidò la navicella di Pietro in un tempo sommamente critico con energia e prudenza di romano, ha ingiustamente negato il titolo di 'grande' ».
L. VON PASTOR, Storia dei Papi, vol. X, ediz. ital., Roma 1928.
Between the extreme phases of human thought that were being developed, a great preserving force of authority and tradition was, as it were, a necessity of the laws of history: Sixtus V consolidated this force, and gave it unity of form and scope".
Leggi tutto..."Ristringendo insieme alcune più principali qualità di Sisto che possono fare al proposito nostro, possiamo dire che ora è dolce, ora è terribile, ora facile ed ora difficile, ora parco, ora d'animo grandissimo; la qual varietà usa com prudenza [...] Però siccome del papa passato [Gregorio XIII] potevamo dire di avere un papa negativo, così del presente si può affermare che abbiamo un papa vitreo, per così dire, col quale bisogna soprattutto guardarsi di non urtare".
Leggi tutto...*El [Sisto] xe ustinà, el ha dura opinion / No sa niente de stado, el muove bumori, / Fa fabricar galìe, le manda in corso: Felippo xe 'l sgionfietto, e lu el ballon: / E, con altri favori, / Ghe ha messo in bocca el mono, / Sì che'l lo sbalza, e tira co' ghe piase / A far lighe, a far guerre e triegue e pase...
... Sisto, trovege sesto, e fé che'l duca [di Savoia] / Torna a franzesi indrio le so fortezze. / Se no volè d'Italia el precipitio. Habbiè vu più che lù del sal in zuca: / Temprè ste fierezze / Fatte senza giuditio,/ No con muodi frateschi, ma secondo / El negotio d'i principi del mondo".
Beata Terra di Mont'Alto, c'hai
si felice Peretto, anzi gran pero
da produr frutti grati a te, e a la Marca.
Beata Terra dico, e più sarai
quando Felice tuo (come, ch'io spero)
del divo Pietro guiderà la barca.
(Ganimede Panfilo, 1579)
Noi ti preghiamo , o Signore, che tu prevenga le nostre azioni con la tua ispirazione, le accompagni col tuo aiuto affinché tutte le nostre preghiere ed azioni comincino sempre da Te e per mezzo Tuo vengan compiute.
Dal Notiziario di Fra Felice Peretti.
Nel tuo mostaccian di Carnevale
non a me R. Padre Baffi
passi senza mentir simile ai Zaffi
che non havi cuor, e pur fanno del male
ipocrito tu sei, io l'indovino
che tu canti il Iube B.ne ora a tutti
così ben dell'ingiuria sai il camino
non voglio far con te guerra da schiaffi
ma bensì che lo spirito vale
rendermi con parole a te rivale
a gridarti di dietro Baffi, Baffi
voglio dire però con labri asciutti
che tu sei del convento il babuino
albero di malizia e senza frutti.
(In: Vita di Sisto V, autore anonimo, anno 1760).
... Quanto alla regione Piceno o Marca a cui appartiene intieramente Sisto V, siccome fu dalla natura privilegiata d'amenissimo clima, di cielo ridente, di fertili campagne e ogni coltivazione, così negli abitanti suoi sortì uno svegliatissimo ingegno e un'indole generosa, per cui molti fra loro con nobilissime imprese, e con magnifiche azioni si resero in tutte l'età famosi e illustri; a tutti però gloriosamente sovrasta Sisto V piceno e marchegiano...
Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro ai nostri giorni, Tipografia Emiliana, Venezia MDCCCLIV, p. 79
Le bilancie della giustizia stanno del pari: tanto vien fatta ragione al povero quanto al ricco: non si pone mente ai doni e favori... Pare che iufino le pietre abbiano riverenza a questo rigore e che ciascuno con pacifica tranquillità sotto la sua dolce difesa prenda riposo. Veramente il dito di Dio è qui.
Roma non si riconosce più; tanto ogni cosa mi si mostra nuova, edifici, strade, piazze, fontane, acquedotti, obelischi e mille altre meraviglie, opere tutte di Sisto V.... Mercè la potenza di questo ingegno fervido e rigoglioso, una Roma novella è nata dalle proprie ceneri..
Uomo insigne per pietà che, guardando o dal Quirinale o dal Vaticano o dal suo Palazzetto la sottostante città, o camminando per essa, dappertutto voleva rimirare coll’occhio il Segno della nostra redenzione trionfante sugli obelischi e sulle torri.
Egli volle spandere il suo splendore sulla sua famiglia, sulla sua patria, sulla sua provincia: ma i suoi atti avevano per iscopo l'interesse generale della Religione Cattolica.
In ogni cosa Sisto è stato uomo straordinario e nessuna meraviglia se il suo nome è tanto famoso nella storia del Papato.
Fu veramente uomo straordinario: la natura l'aveva fatto per cose grandi: e la Provvidenza gli diè occasione di compirle.
Fu una di quelle nature che imprimendosi profondamente nella memoria degli uomini, danno credenza ai racconti più strani.
« lo sono in Roma e pur non ci trovo Roma: tante sono le novità degli edifici, delle strade, delle piazze, delle fontane, degli acquedotti, degli obelischi, et l'altre stupende meraviglie con le quali ha Sisto, gloriosa memoria, abbellito questa vecchia rimbambita che io non ci conosco, né ci ritrovo per così dire più vestigio di quella Roma Antica che ci lasciai ha già dieci anni quando me ne partii... Et s'io havessi tempo di poetare sarei quasi per dire che all'imperioso suono della temuta tromba di quel magnanimo pontefice le membra, et l'ossa venerabili del vasto et mal sepolto cadavere di lei, rotte et sparse per la gran campagna latina siano state in parte ricerche et ragunate et che in virtù di quel fervido e vivacissimo spirito ne sia risorta quasi fenice dalle sue ceneri questa novella Roma, che pur hora si vagheggia con tanta lode del suo pietoso rigeneratore... Ma chi considera ben sottilmente ogni cosa, ... s'avvede che per tutto l'antico et corroso dal tempo è stata posta particolar cura di appoggio e di sostegno: perché l'istesse miserabili ruine non vengano di nuovo a ruinare in modo che non possono esser letti da nobil peregrino, che studiosamente vada confrontando Roma caduta sotto la gran mole di se medesima con gli inchiostri non caduti nella suprema gloria della sua immortale imagine...
Onde si può dir che non senza gran misterio Sisto fu Sisto perché omnia initura sistit. Nome veramente di felice augurio ».
A. GRILLO, 1595 (in Lettere, I, Venezia 1916, pp. 351-353); riportato da: AA.VV., Roma Sisto Qvinto, Edizioni De Luca, Roma 1993 p. 12</p>