Venerdì, 29 Marzo 2024

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I due lombardi: Michelangelo Merisi da Caravaggio e Domenico Fontana*

Vissuto storico*

RitrattoFontanaL’incontro nella chiesa

"Perché rimani alle mie spalle?”.
“Per non disturbarti mentre dipingi”.
“Chi sei?".
“Domenico Fontana".
“Il cosiddetto ingegnere maggiore del ragno?”.
“Il cosiddetto e non del ragno”.
“A Roma eri quello delle mentule1 sulle piazze?".
“Tu li chiami così gli obelischi?”.
"Io li vedo così. Mettiti al mio fianco, mi dai fasti­dio stando dietro”.
"Eccomi".
“Sei dovuto fuggire da Roma anche tu ”.
"Non sono fuggito. È che ho accettato...’’.
"Non hai bisogno di giustificarti. Non con me”.
"Stai dipingendo le Sette opere della Misericor­dia Corporale. Irradia emozione tagliente".
“Intanto dovrebbero essere otto. C'è pure la mia. Mi hanno promesso trecento ducati. Ma i preti e i nobili quando promettono non danno poi nien­te. Cose che hai detto di provare?".
“Un’emozione tagliente".
“Di tagliente c'è la lotta tra luce e tenebra. Tra me stesso e il resto che tu non puoi vedere".
“Hai la sofferenza di quanti inventano il nuovo”.
“Che ne sai tu? Tu non l’hai mai fatto".
“Ho cercato".
“Sei sempre stato troppo sazio, troppo ricco per cercare. Hai solo cercato di esaltare il potere, pri­ma quello di Roma, ora quello della Spagna". 

800px Caravaggio Sette opere di Misericordia 1607 Naples"Non della Spagna, ma di Napoli”.
“Tu esalti i potenti, io li umilio. Cerco una verità nuova che metta a disagio la bellezza”.

"Ci riesci assai bene".

“Tu sei di molti, io di pochi".
"Ma i tuoi quadri...
“I miei quadri non so mai dove finiscono vera­mente. Non li rivedo più. Tu puoi fare un casso­ne enorme come la reggia e tutti lo vedono. Starà sempre lì e magari si
dirà che è pure bella, ap­plaudiranno. E tu sarai l'eco di questi stupidi”. 
“Stai esagerando".
"Tu sei reputato un grande, hai rendite, godi di reputazione da nobile cavaliere papalino. Io go­do fama di essere un beone, un dissoluto, aso­ciale, puttaniere”.
“Ancora esageri".
"Macchè, non esagero. Io sono felice di questa re­putazione. Ho una luce vera che violenta le cose". 
“Io ti ammiro molto”.
“Non so che farmene della tua ammirazione. Ci piscio sopra".
“Michelangelo, sono ugualmente felice di averti conosciuto. Ma ora debbo andare”.
“Prima di andartene, passami quel pennello lì". 
“Questo?".
“No. Quello vicino. Sì questo”.
“Allora... addio".
“Addio".
Domenico Fontana si mosse lentamente, a fati­ca. Stava per raggiungere l’uscita.
“Domenico. Toma qui".
Tornò indietro e strano, trovò di colpo il passo leggero.
“Cosa vuoi?".
"Abbracciami”.

Note

* L. PITTONI, Napoli regia. Domenico Fontana Ingegnere Maggiore del Regno, Top Print, Salerno 2005, p. 119.
1 Mentula è il membro virile in latino

SISTONOSTRO!

Cosimo Gaci

Le bilancie della giustizia stanno del pari: tanto vien fatta ragione al povero quanto al ric­co: non si pone mente ai doni e favori... Pare che iufino le pietre abbiano riverenza a questo rigore e che ciascuno con pacifica tranquillità sotto la sua dolce difesa prenda riposo. Veramente il dito di Dio è qui.

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