Venerdì, 11 Ottobre 2024

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Descrizione visita del Papa

SISTO V VISITA TERRACINA

  • Scritto da Domenico Chiari
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Chynthius ut Sixtum vidit siccare paludes pallenti 
tales misit ab ore sonos sol suus est terris, quid ego 
mea lumina fundam nam mihi nec licuit, quod tibi 
Sixte licet

Appena Cinzio (Apollo) vide Sisto prosciugare le paludi pronunciò
queste parole con il volto pallido: ogni terra ha il suo sole, perché
io dovrei emanare i miei raggi? infatti non fu lecito neppure a me
ciò che è lecito a te, o Sisto

COPERTINA D.CHIARIPapa Sisto vuol recarsi nelle paludi.

Tante liete notizie circa i brillanti risultati dei lavori portati a termine in tre anni nelle Paludi Pontine suscitano nell' animo di papa Sisto una profonda soddisfazione. Egli allora manifesta il desiderio di visitare personalmente quei luoghi resi fertili ed abitabili. L’animo impaziente del pontefice non può accontentarsi delle relazioni che gli vengono fatte dai suoi inviati sui magnifici risultati; vuole vedere con i propri occhi gli ef­fetti dei suoi disegni, per affrettarne l’ultimazione ed incoraggiare gli ese­cutori con la sua presenza.

Sisto V che mai ha lasciato Roma, neppure quando i medici gli consigliano di recarsi in campagna a Frascati per riprendersi “un qual­che ristoro dalle tante fatighe”, come facevano i suoi predecessori, e che continuamente afferma “essere suo ristoro veder bene le città com­messegli”(1), decide di recarsi a Terracina ”fatto Santo Francesco e di intrattenersi in quelle campagne per quindici giorni”. Comunica que­sto suo desiderio anche ai cardinali riuniti in Concistoro il 9 ottobre dicendo che vuole intraprendere il viaggio ob nonnullas publicas causas (2).

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OPERE DI BONIFICA

  • Scritto da Redazione
  • Visite: 4420

026 paludiLe paludi pontine, nella provincia di Marittima, infestate dalla malaria, vengono interessate da un  progetto di bonifica con l'impiego di migliaia di operai. L'intenzione è quella di rendere il terreno fertile  assicurando così il rifornimento di cereali la capitale ed eliminare la malaria.

28 mar. Il papa assegna, con una lettera autografa, la vasta zona paludosa e comunque non coltivata da oltre cinque anni, che si estendeva tra Terracina, Priverno e Sezze, in tutto circa 70mila ettari, all'architetto Ascanio Ambrosi di Urbino, meglio conosciuto come Ascanio Fenizi per renderla atta all’agricoltura. Il Fenizi costituisce una “consorzio” al quale partecipano nobili,cardinali e piccoli proprietari. Questi anticipano il denaro necessario per i grandi lavori idraulici e per il pagamento ai proprietari delle rendite dei terreni da prosciugare. A proscigamento terminato i finanziatori potevano, in accordo con i proprietari, riscattare a giusto prezzo il suolo prosciugato.Il Fenizi doveva dare il 5,50 % del reddito dei terreni resi coltivabili alla Camera Apostolica, che lo ridistribuiva fra i finanziatori. Inoltre il Fenizi ricevette il potere di allargare i corsi d’acqua e di crearne di nuovi, dando il corrispondente compenso ai proprietari. I benefici spettanti al Fenizi, vista la vastità dell’opera, non dovevano essere mai sospesi.   Il 16 aprile un Avviso di Roma  rende noto ciò.

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