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Alberto Silvestro, Relazione al Convegno di Montalto M. del 12.08.1998 - Differenti valutazioni della figura di Sisto V.

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Differenti valutazioni della figura di Sisto V

Se prendiamo in esame gli stralci più avanti riportati, da una parte abbiamo un relatore rispettoso dell'ufficialità, che mette in risalto gli aspetti innovativi e ordinativi dell'azione di governo esplicata da Sisto V.
Dall'altra, un cronista che si presta - e, spiace dirlo, con apparente compiacimento - a riferire quanto di irriguardoso e infamante circolava a proposito di un personaggio che, d'umile origine, era salito sulla cattedra di Pietro ed aveva suscitato invidie a non finire. Evidentemente gli oppositori non volevano tener conto che proprio l'Apostolo costituisce un esempio lampante di come il soglio pontificio non debba essere riservato soltanto alla prole di illustre lignaggio.
Di particolare interesse il testo attribuito ad. Ascanio Colonna che, con tono velatamente ricattatorio, nell'imminenza del conclave preme sul Cardinal Montalto per ottenerne il voto in favore di Marcantonio Colonna ricordando quale spirito di vendetta contro la discendenza di Sisto V animi i principi cattolici, molti prelati e la città di Roma.
Di fronte a testimonianze così discordanti ci si pone la domanda sulla loro attendibilità e sull'importanza del conflitto d'interessi attorno alla persona del papa.
Che Sisto sia stato un grande pontefice, sotto l'aspetto spirituale e temporale, è fuori di ogni dubbio. Ciò non toglie che egli possa avere avuto delle debolezze umane. Ma nel bilancio finale, i programmi di rinnovamento dell'amministrazione dello stato, la difesa del cattolicesimo e del ruolo del Papato nel mondo, l'attenzione ai bisogni della popolazione e le grandi opere da lui iniziate e rapidamente portate a termine, anche se non tutte, pesano maggiormente di qualunque maligna diceria.

SISTONOSTRO!

Sisto fu Sisto!

« lo sono in Roma e pur non ci trovo Roma: tante sono le novità degli edifici, delle strade, delle piazze, delle fontane, degli acquedotti, degli obelischi, et l'altre stupende meraviglie con le quali ha Sisto, gloriosa memoria, abbellito questa vecchia rimbambita che io non ci conosco, né ci ritrovo per così dire più vestigio di quella Roma Antica che ci lasciai ha già dieci anni quando me ne partii... Et s'io havessi tempo di poetare sarei quasi per dire che all'imperioso suono della temuta tromba di quel magnanimo pontefice le membra, et l'ossa venerabili del vasto et mal sepolto cadavere di lei, rotte et sparse per la gran campagna latina siano state in parte ricerche et ragunate et che in virtù di quel fervido e vivacissimo spirito ne sia risorta quasi fenice dalle sue ceneri questa novella Roma, che pur hora si vagheggia con tanta lode del suo pietoso rigeneratore... Ma chi considera ben sottilmente ogni cosa, ... s'avvede che per tutto l'antico et corroso dal tempo è stata posta particolar cura di appoggio e di sostegno: perché l'istesse miserabili ruine non vengano di nuovo a ruinare in modo che non possono esser letti da nobil peregrino, che studiosamente vada confrontando Roma caduta sotto la gran mole di se medesima con gli inchiostri non caduti nella suprema gloria della sua immortale imagine...
Onde si può dir che non senza gran misterio Sisto fu Sisto perché omnia initura sistit. Nome veramente di felice augurio ».

A. GRILLO, 1595 (in Lettere, I, Venezia 1916, pp. 351-353); riportato da: AA.VV., Roma Sisto Qvinto, Edizioni De Luca, Roma 1993 p. 12</p>

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