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L’opera di Sisto V a favore della squadra permanente della Marina Romana - Pirati e corsari

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Pirati e corsari

Nell'alto medioevo si avverte la necessità di difendere il litorale del Patrimonio della Chiesa, esposto agli attacchi dei predoni marittimi come, del resto, quasi tutta la costa degli altri stati rivieraschi.

Non si tratta di un'esigenza nuova. Già in tempi remoti i pirati hanno portato offese a naviganti ed a popolazioni affacciantisi sul mare. In particolare, la loro attività è ricordata da Omero il quale, per di più, nei panni di Ulisse ci presenta un personaggio, sotto molti aspetti indubbiamente assimilabile ad un pirata.

Più tardi Roma deve fronteggiare pirati illirici, fenici e di altre estrazioni, che infestano tutto il Mediterraneo, soprattutto nelle zone ricche di ricoveri naturali, che offrono facile asilo alle imbarcazioni da preda.

Dopo aspre lotte riesce ad annientarli ed a stabilire pace e sicurezza nel Mare Nostrum. Si viene così a modificare radicalmente lo scenario abituale di questa area dove, fino ad allora, le genti della costa hanno scambievolmente recitato un ruolo attivo o passivo nell'attività predatoria.

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