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Sixtvs Qvintvs - Album - di Francesco Pistolesi - La Pietà

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LA PIETÀ 

Non meno celebre dulla giustizia è la pietà del Pontefice. La Costituzione sistina Quamvis infirma, del 1587, onora il Pontificato Romano e dimostra come i Papi precedessero con l'esempio gli altri principi nel medicare la piaga sociale della miseria. Con quella Bolla, il Papa, mosso a pietà del gran numero dei poveri vaganti per Roma, e col sublime intendimento di estirpare la mendicità, ordinò l'apertura d'un magnifico ospizio, vicino al Ponte Sisto (Tav. XVII), dove potessero vivere in santa onestà persone povere dell'uno e dell'altro sesso, ed essere ricoverati i pellegrini di passaggio a Roma. Ordinò appartamenti separati, ciascuno dei quali dovesse avere chiesa, dormitorio, refettorio, cortile ed orto. Dotò l'ospizio di 9 mila scudi d'entrata, cui ne aggiunse ben presto altri 6 mila. Del denaro suo proprio Sisto V spese 30 mila scudi. Questa fondazione venne un secolo dopo unita ad altre importanti opere di beneficenza, e, cambiando sede, diventò il grande Ospizio Apostolico di S. Michele, dove anche oggi sotto il busto di Sisto V leggesi: Fundatori optimo.

Anche il Monte di Pietà può considerar Sisto V come suo fondatore, porché, privo fino a quel tempo di una sede propria, l'ebbe dalla munificenza di Sisto, che gli acquistò nella Piazza di S. Salvatore in Lauro un Palazzo del costo di 7 mila scudi.

Fu per volere di questo Pontefice che sorse un Collegio di fanciulle povere e vedove oneste di Roma (annesso al Monastero di S. Bernardo, poi chiostro di S. Susanna), allo scopo di tener lontana dai pericoli del mondo tanta gioventù femminile.

Egli, il giorno della sua incoronazione (Tav. XIII), fece distribuire a famiglie indigenti e agli ospedali il denaro che per abuso inveterato gettavasi alla plebe: riscattò dall'Algeria 200 miseri schiavi cristiani, mediante sborso di 15 mila scudi: distribuì al popolo a prezzo ridotto il grano acquistato dalla Sicilia, rimettendoci del proprio 100 mila scudi: lasciò un altro fondo di 100 mila scudi da impiegarsi in dotare le vergini pericolanti e in liberare dal carcere i debitori impotenti a pagare: mise nel fondo dell'Abbondanza di Roma e dello Stato ecclesiastico 710 mila scudi in sollievo dei poveri: diede innumerevoli dotalizi manuali alle fanciulle nubili: ai religiosi della Mercede della Redenzione degli Schiavi, donò la Chiesa e il Convento di S. Adriano: commiserando lo stato infelice dei carcerati, spese cospicue somme per rendere più comodo e più salubre il loro edificio del Campidoglio: al sodalizio della Pietà dei carcerati assegnò 2 mila scudi di rendita, perché due volte l'anno togliesse dal carcere quei miseri che vi si trovassero per debito inferiore a cento scudi: allo stesso sodalizio e all'altro di S. Anna concesse il privilegio di poter liberare ogni anno un condannato a morte: al sodalizio del Gonfalone che aveva per incombenza di riscattare gli schiavi sudditi dello Stato pontificio, assegnò cospicue rendite: a quello dei 12 Apostoli, sorto allo scopo di soccorrere i poveri a domicilio, diede mirabile incremento con gran sollievo dei poveri, degl'infermi, delle vedove, delle zitelle... (Tav. XVIII).

Pietà adunque e giustizia furono le due virtù egualmente care a Sisto V: i loro bassorilievi si vedono oggi ai lati del Pontefice nel suo mausoleo (Tav. LIV).

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