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BOLLA DI EREZIONE DELLA DIOCESI DI MONTALTO

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Se durante il periodo del suo cardinalato Felice Peretti molto si era prodigato per la sua Montalto (basti ricordare l'istituzione della scuola ginnasiale nel 1578, del medico condotto nel 1579, il massimo di quanto gli fosse consentito dalla condizione di "cardinale povero" e dalle entrate) appena eletto papa nel 1585 fece di tutto per esaltare la sua piccola patria in un incalzare ininterrotto di concessioni e di favori: subito la distribuzione di 2000 scudi a tutte le famiglie del paese; dopo due mesi dall'elezione la concessione di scegliere il Podestà e il libero commercio della zona; ad agosto dello stesso anno la elevazione a collegiata della chiesa matrice di S. Maria in Colle con il relativo capitolo di canonici; dopo quasi un anno la donazione del prezioso reliquario; e finalmente la tanto attesa elevazione della sua Montalto al rango di città e di diocesi.

Il via definitivo a questo sogno a lungo accarezzato è dato dal papa nel concistoro del l'ottobre 1586 e i cardinali capiscono subito che è inutile opporsi alla decisa volontà di Sisto V. Tutti i problemi connessi e richiesti dall'erezione di una diocesi (commissione cardinalizia, soddisfacente dote, grandezza dell'abitato...) vengono superati in un batter d'occhio (non fu così per la lunga ed estenuante pratica di erezione per Ripatransone, che durò quasi 17 anni!).

Finalmente il 14 novembre 1586 (questa è la data dell'originale che si conserva nell'archivio comunale di Montalto, e non il 24 come erroneamente trascrive il Bullarium Romanum), con la Bolla "SUPER UNIVERSAS ORBIS ECCLESIAS" Montalto assurgeva alla dignità di città e diocesi. In verità la Bolla usa un tono esagerato nel descrivere le eccellenze del paese, che erano alquanto modeste e certamente non superiori a tanti altri paesi vicini. Per la costituzione della nuova diocesi non c'era molto da scegliere: alla ancor giovane diocesi di Ripatransone (appena da quindici anni) vennero scorporate 6 località (Montalto, Porchia, Patrignone, Montedinove, Rotella e Force); 3 da Fermo (Comunanza, Montemonaco e Montelparo) e 1 da Ascoli (Castignano).

Per la dote della nuova diocesi ci pensò lo stesso Papa, regalando alla nuova mensa vescovile la ormai commendataria abbazia benedettina di S. Maria in Montesanto, in Abruzzo, nel territorio di Civitella, e la tenuta di Rovetino nel territorio di Rotella, appartenente alla abbazia di Farfa. Il tutto per un valore non indifferente di circa duemila scudi. La nuova diocesi fu dichiara "immediatamente soggetta alla S. Sede", ma rimase in questa favorevole situazione giuridica appena due anni e mezzo, allorché nel maggio 1589 lo stesso Sisto V elevò Fermo ad arcidiocesi con sede metropolitana, con giurisdizione su Montalto, Ripatransone, Macerata, San Severino e Tolentino.

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