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Un documento da considerare con molta attenzione: "Il registro di spese di Camilla Peretti per la Fabrica di S. Lucia di Grotta a mare"

Allo scopo di fornire elementi essenziali per la conoscenza del problema e la valutazione dell'importanza di tali carte, si riportano in breve le opinioni e le considerazioni espresse da alcuni studiosi sulle committenze sistine a Montalto e Grottammare, senza addentrarsi in una ricerca approfondita che richiederebbe molto tempo e tanta pazienza per porre a confronto documenti conservati a Macerata, Grottammare, Roma, Montalto e, forse, altrove.
Ci si esime dal tornare, ancora una volta, su chi volle erigere la chiesa in quanto, dopo i chiarimenti forniti da Pistolesi e Liburdi in un passato non troppo vicino e da quanti hanno seguito le loro orme più recentemente, non vi è più nulla da aggiungere in proposito. Proprio a Liburdi, inoltre, si è debitori di un prezioso contributo sulle vicende connesse al completamento dei lavori dopo la morte di Sisto V, fondato su un fascicoletto che, ci si augura, sia ancora reperibile nell'Archivio storico comunale di Grottammare ora in corso di riassetto. Dal suo scritto si apprende che l'imprenditore grottammarese Persio Ricci, incaricato da donna Camilla di seguire la commessa, era restio a pagare tempestivamente capimastro, fornitori ed operai tanto da provocare notevoli malumori, ricorsi al governatore, sospensione dei lavori e, addirittura, degli scioperi primordiali. Sostanzialmente Liburdi attribuisce la colpa di tutto a Persio, sottolineando come " pare che costui (che pur riceveva assai quattrini da Donna Camilla legata forse a lui da vincoli di stretta parentela) fosse buon pagatore, perché, fra queste carte, è gran querela da parte di tutti i fornitori (...) che muovono continue lagnanze per ottenere quanto a loro dovuto. tornerà sull'argomento più avanti.
Recentemente Lerza ha ripreso in esame la chiesa di S. Lucia ed ha fornito utili notizie sulle vicende della sua costruzione.
Ippoliti si è occupato delle fonti sfruttabili per conoscere ed interpretare l'attività edilizia di Sisto V, soprattutto a Roma. In particolare illustra l'importanza del libro dei conti di Domenico Fontana, sia sotto l'aspetto contabile, sia sotto l'aspetto tecnico e storico. Non cita però i testi dell'AC.
Natali si occupa dei lavori disposti da Sisto V per adeguare Montalto alla sua nuova funzione e fornisce alcune caratteristiche di queste iniziative, connesse a Camilla Peretti e Girolamo Rainaldi. In particolare l'autrice ricorda che "uatori dei programmi urbanistici ed edilizi di Sisto V sono l'architetto Domenico Fontana, progettista delle opere romane, e l'ingegnere militare di origine maceratese Pompeo Floriani, della cui opera il Peretti si era avvalso da porporato.
Grazie all'appoggio di Fontana, il progetto della cattedrale di Montalto disegnato dal giovane Rainaldi ottiene l'approvazione pontificia. Di conseguenza Girolamo si trasferirà spesso nella città picena per seguire i lavori anzi, secondo Passeri, egli si sarebbe trattenuto a Montalto per un lungo periodo. In proposito non v'è però certezza. Dal suo testo si traggono stralci relativi allla personalità di Camilla e alle circostanze della presenza di un mastro Domenico (Fontana ?) a Montalto:
- "endo che a pena sete comparso in Montalto, che subito sete partito, et che le cose della fabrica del mio Palazzo patiscano et si rafredano senza la vostra presenza, ne vi è chi attenda al sollecitarla, che sia della professione. Mi maraviglio, che non asistiate all'opera cominciata secondo il bisogno, et che in cosa; che sapete, che mi preme tanto, non habbiate l'occhio presente, conforme al carico, che vi è stato commesso. Tutto serve per vostro avvertimento, acciò che da altri non sia notata, et messa in consideratione questa vostra absentia da detto loco, dove io particolarmente vi desidero per accelerare detta fabrica et dove desidero che attendiate esquisitamente";
- "Vi ringratio della fatiga presa per me in vedere l'accomodamento che bisogna nella Chiesa, essendomi piaciuto tutto il discorso, che mi avete scritto; farò quella consideratione che mi parerà et poi ordinarò che si dia principio all'opera, intanto me vi offro, et prego salute";
- "Venne l'altro ieri da Roma Mastro Domenico Capomastro mandato per ordine di Sua Santità insieme con un compagno, ai quali non ho mancato di dare ogni sodisfattione ... ";
- "Mastro Domenico venne qua. Io lo volsi ritenere, ma mi disse, che era venuto solo per vedere il lavoro che si haveria da fare, et tornarsene a Roma per dar ordine alle cose sue ...
R> Anche il contributo di D'Amico è importante perché riprende quanto già espresso da altri autori e lo inquadra storicamente ed artisticamente. I nominativi degli artefici, però, sono soltanto i pochi forniti da Liburdi.
A questo punto si esamina il testo dell'AC relativo alla chiesa di S. Lucia per riferirne, sia pure sommariamente, il contenuto.
tratta di un volume rilegato in pelle, ancora in buone condizioni, fatta eccezione per il dorso della copertina, staccato. La scrittura è generalmente chiara ed intellegibile e non pone soverchi problemi d'interpretazione. A titolo di curiosità va rilevata la frequenza con cui viene impiegata la lettera i al posto della e, particolare già messo in risalto da Gatti in merito a manoscritti montaltesi da lui consultati. Tenuto conto della sofisticazione dei mezzi di riproduzione di cui è dotato l'AC e dei costi connessi, per motivi economici il numero delle copie richieste è stato limitato allo stretto indispensabile e qui se ne propone una piccolissima parte, con l'augurio che un mecenate generoso, amante della storia di Grottammare e di Sisto V, possa esserne attratto e quindi favorire la riproduzione a stampa completa di questo prezioso reperto.
Nel libro sono indicate le spese e le entrate connesse alla ripresa ed al completamentio dei lavori della chiesa di S. Lucia. L'imprenditore, come già detto, è Persio Ricci
Nel frontespizio sono riportate alcune righe dalle quali appare già che le opere da eseguire sono affidate a Bartolomeo Bongiannini e al capomastro Giuliano Castelli. Segue l'indice ossia la Tavola di tutte cose scritte in q.sto libro, da cui stralciamo solo alcune voci, con il numero della carta corrispondente:
Danari ricevuti dall'Ecc.ma Sig.ra Camilla Peretti ... 4
Cavamento del Monte 78
Refattione delle case 79
Danari pagati a Ms. Ger.° Monaldi Architetto 88
Danari pagati a m.° Badino Capo m.° della fabrica per murare 89
Danari dati a m.° Giuliano per fabricare nella fabrica come Capo m.° 93
Summario di tutte l'opere particolari, q.li si contengono in q.sto l.° 97

La prima impressione che si ricava dalla lettura di queste pagine ricche di notizie, di nomi e di conti è che, tutto sommato, Persio, non sia stato un cattivo amministratore e che non gli sia mancata la fiducia di Camilla. Giorno per giorno egli segna la spese sostenute per i singoli operai e, di tanto in tanto, inserisce alcuni commenti. Da uno di essi, in data 4 maggio 1591 (si tenga conto che i lavori erano stati ripresi l'11 marzo precedente) si ha il riepilogo delle spese fin lì occorse e un bilancio dei soldi versati a Giuliano Castelli, che li aveva impiegati per pagare operai e fornitori. In effetti si rileva una discordanza sorprendente in quanto Giuliano corrisponde per salari 150 scudi, per forniture varie altri 58,5 scudi e Persio li mette a raffronto con 162 scudi da lui concessi a Giuliano. Invece, come risulta da conteggi di poco precedenti, egli ne aveva dati 262. Si potrebbe supporre che i ritardi dei pagamenti ricordati da Liburdi possano essere stati provocati, in parte, dal Castelli. In mancanza del testo originale, però, non è lecito pronunciarsi in merito.
Dalla carta 88r. risulta che Ms. Geronimo Romano, tra l'aprile e il maggio 1591, incassa in tutto 23 scudi. A proposito di questo individuo si esprime il dubbio che possa essere identificato con Girolamo Rinaldi (nell'indice Persio gli assegna il cognome Monaldi). Se così fosse, risulterebbe che il giovane allievo del Fontana avrebbe senza dubbio fornito il proprio contributo alla costruzione della chiesa di S. Lucia. D'altra parte, giusta quanto rileva Curcio, la presenza di Girolamo a Grottammare nel 1590 sembra attestata anche da un'annotazone sul registro dei battesimi grottammarese.
Impossibile, per il momento, affermare se a lui si debba il progetto o solamente una partecipazione come consulente o collaudatore dei lavori. Bisognerebbe svolgere approfondite indagini per chiarire la questione, ma non ne abbiamo la possibilità per il momento.
I conti con il capomastro Badino, uno degli scontenti citati da Liburdi, vanno dal 3 ottobre 1591 al 5 giugno 1594, quindi praticamente dall'inizio alla fine dei lavori, fatto che va tenuto ben presente per valutare l'effettiva importanza delle controversie citate da Liburdi. In totale Badino incassa circa 100 scudi per i lavori svolti, ai quali vanno aggiunti altri 30 scudi circa "per il tempo che dice haver perso con li suoi compagni per la mancanza di monitioni, che per difetto di banditi non si potevano ridursi nella Terra". Altra circostanza che pone dubbi sulle critiche al comportamento di Persio espresse da Liburdi. L'affermata presenza dei banditi meriterebbe infatti qualche indagine specifica.
Al termine del volume si trovano La misura, et stima della Chiesa de le grotte à Mare, nuncupata S.a Lucia, fabricata per Ms Persio Ricci a (?), e favore dell'Ecc.ma et Ill.ma Sig.ra Camilla Piretti per ordine et comm.° di S. E. fabricata, et murata per m.° Badino d'Ant.° M.° Gio: Maria di Franc.° et M.° Giacomo di Lorenzo muratori, et habitanti in Ascoli, estimata, et misurata per m.° Stefano di Franc.° dalla Ripatransona, M.° Tomasso Favannia (?) da M.te Alto, e M.° Rocco da M.te Fiore muratori, Ms. Domenico Franceschini dalla Ripa, et da me Costantio Taddei da Castignano.
Si noti che molte delle somme versate a Persio Ricci sono incluse nell'altro registro di Camilla, che va dal 1587 al 1597 e che, alla fine, è vistato e approvato dal cardinale Montalto. L'esame di questo testo non è stato esteso al di là delle carte 124, 125 e 126. Risulta che Ricci ha incassato circa 2.900 scudi in 21 rate tra il 1592 e il 1596, con importi compresi tra 10 e 494 scudi. A carta 140 si trova il riepilogo delle varie spese: per Grotta a mare il totale è di 9.020,4 scudi.
Per concludere, possiamo affermare con piena sicurezza che:
- i lavori durano dal 2 marzo 1591 al 4 giugno 1594;
- il libro dei conti di Persio Ricci costituisce il documento fondamentale per la storia della chiesa di S. Lucia; le carte di Floriani e gli atti processuali ne formano un utile complemento;
- sarebbe indispensabile condurre un esame approfondito delle rubriche in esso contenute per conoscere i nomi degli architetti, capimastro, maestranze e fornitori impegnati nei lavori;
- a completamento di questa prima ed affrettata ricerca, altra analoga ed approfondita andrebbe effettuata sul secondo registro allo scopo di trovare dati omogenei da porre a confronto;
- sarebbe necessario ripercorrere tutta la bibliografia per aggiornarla opportunamente.

Note

Pubblicato in Riviera delle Palme lug.- ott. 1998, pp. 12-13.
(1) AA. VV., Rerum Romanarum fragmenta. Viaggio tra le carte di una famiglia romana. L'Archivio Cardelli, 1473-1877, Roma 1997, pp.71-72, a c. della FONDAZIONE MARCO BESSO. Tale fondo fa parte dell'AC.
(2) S. CURCIO - M. PIACENTINI, Sisto V a Montalto e Grottammare, urbanistica, architettura, istituzioni, nuovi documenti e libri contabili delle fabbriche, Roma 1989.
(3) A Macerata, in particolare, sono di grande importanza le carte redatte da Pompeo Floriani, conservate nell'archivio di famiglia. A Grottammare, invece, il fascicolo più avanti ricordato da E. Liburdi.
(4) E. LIBURDI, La costruzione della Chiesa di S. Lucia di Grottammare nei nuovi documenti, in Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria delle Marche, s. VII, vol. VI, Ancona 1951, pp. 99-105.
(5) G. L. LERZA, La chiesa di S. Lucia a Grottammare, in Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura, serie XXVII, fasc. 169-174, Roma 1983, p. 114 ss.
(6) A. IPPOLITI, Le fonti, la bibliografia, le interpretazioni sul papato di Sisto V e sui suoi interventi romani, in M. L. POLICHETTI, Il progetto di Sisto V, vol. I, Marche, Roma 1991 pp. 13-27. Per le annotazioni di Domenico Fontana cfr. A. CERUTTI FUSCO, Il progetto di Domenico Fontana ... , Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura, Nuova serie 12-1988, pp. 65-84; E. GUIDONI, Editoriale, in Storia della città n° 40, 1986 e nn. successivi. Non vi abbiamo trovato citazioni dei manoscritti dell'archivio Cardelli
(7) A. NATALI, L'addizione sistina di Montalto, in M. L. POLICHETTI, Il progetto... , op. cit., pp. 139-173.
(8) G. B. PASSERI, Vita de' Pittori, Scultori et Architetti che hanno lavorato in Roma, Roma 1772, pp. 211 ss.; G. BAGLIONE, Le vite de' Pittori Scultori et Architetti dal Pontificato di Gregorio XIII del 1572 in fino a' tempi di Papa Urbano Ottavo nel 1642, Roma 1935, a c. di V. MARIANI, pp. 174, 397, 326, 330, 350, 402; F. FASOLO, L'opera di Hieronimo e Carlo Rainaldi, Roma s. d.; L. PASCOLI, Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni, voll. 2, Roma 1736 (anastatica Roma 1965). (9) A. NATALI, L'addizione ... , op. cit., documenti n° 50, 52, 59, 71.
(10) S. D'AMICO, La chiesa di Santa Lucia a Grottammare, in M. L. POLICHETTI, a c. di, Il progetto ... , op. cit., pp. 291-302.
(11) I. GATTI, Sisto V papa piceno, Ripatransone 1990, p. 346.
(12) Liburdi, che si è affidato ai "verbali d'un processetto del tempo disgraziatamente frammentario e di ardua decifrazione" legge invece Giovannino, Bongivandi, Bongiovannino e Bognanino. Probabilmente gli autori dei diversi documenti che compongono il fascicolo hanno stravolto il cognome del mastro e, per di più, la carta, l'inchiostro, la grafia ed il tempo potrebbero aver accresciuto le difficoltà d'interpretazione. Anche nel manoscritto Cardelli, però, non sempre la forma è Bongiannini. (13) Vedansi le carte 103, 111v. e 112 r. Nonostante l'attenzione posta nella lettura dello scritto non si può escludere una errata interpretazione della cifra, che renderebbe superflua e fuor di luogo questa osservazione.
(14) Vedansi le carte 103, 111v. e 112 r. Nonostante l'attenzione posta nella lettura dello scritto non si può escludere una errata interpretazione della cifra, che renderebbe superflua e fuor di luogo questa osservazione.
(15) S. CURCIO - M. PIACENTINI, Sisto V ... , cit, p. 14.


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