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Michele Peretti e il marchesato d'Incisa

Or s’avvicinano tempi disastrosi per questo paese. Nel 1613 il generale s. Giorgio accampossi nella pianura d’Incisa per aprirsi la strada alla presa d’Acqui e ciò fece a nome di Carlo Emanuele e di Vittorio Amedeo di Savoja, che combattevano per la successione al dominio di una parte del Monferrato: dal che avvennero gravi danni agli incisani, costretti a somministrare a quell’ esercito le vettovaglie; e indicibili mali soffersero pure nel 1628 dalle truppe spagnuole, che mossero a stringere d’assedio la citta di Nizza: e non erano ancor trascorsi due anni quando furono travagliati da un orribile contagio: e si eran eglino appena ricondotti ad una condizione meno infelice nell'anno 1637, quando le schiere di Spagna capitanate dal Leganes desolarono il loro territorio.

Nel dì 21 d’agosto del 1642, essendo governatore di Nizza il mastro di campo Ghilini, e temendo egli che i francesi venissero ad assediarlo, affrettossi a far raccogliere nelle vicine terre tutti i cercali, che vi si trovavano, ed ordinò che fossero introdotti nella città insieme con quanto bestiame, e con quanto foraggio vi si potè rinvenire; ma coloro che già eseguivano questi suoi comandi furono assaltati da un grosso corpo di fanti e di cavalli per la più parte francesi sopraggiunti dai luoghi di Masio e di Felizzano, i quali s’impadronirono di tutti i viveri, che dovevano essere introdotti in Nizza. Quell’esercito era composto di diecimila uomini, e lo comandavano il duca Longavilla pel re di Francia, ed il marchese Villa per la duchessa di Savoja; i quali stettero accampati nella terra d’Incisa insino al 2 di settembre, nel qual giorno la citta di Nizza si arrese a patti. Ma per mala sorte il comune d’Incisa in questo frattempo non avendo potuto pagare ai francesi alcune esorbitanti contribuzioni, dovette sopportare un crudelissimo sacco, che durò per tre giorni.

Nel dì 20 d’aprile del 1643 il generale Carazena d’ordine del Sirvela, che per divertire i francesi dall’assedio d’Asti iva ad occupare la città d’Acqui, giunse colla sua numerosa soldatesca nel borgo d’Incisa, e dopo averlo abbandonato per quattro giorni al saccheggio, consumò lutti i viveri dei vicini luoghi di Mombaruzzo, Bruno e Castelnuovo.

In appresso, pel corso di quasi due lustri, frequentemente passarono per questo paese, ora le truppe di Spagna , ora le francesi e le savoine; e tribolandolo per ogni maniera, lo posero al fondo della miseria; al che si aggiunsero ancora gli atti barbari, con cui lo manomise il marchese Michele Peretti, di cui fu così insopportabile la tirannia, che gli abitanti indotti dalla necessità, con supplicazione sottoscritta da tutti i sindaci delle terre del marchesato, addimandarono caldamente, e nel 1652 ottennero dal duca Carlo di Mantova, che il tirannello fosse ivi privato di qualsivoglia giurisdizione. Si fu anche allora, che quel Duca riducendo in minute porzioni l’Incisa ne concesse il marchesato, ne concesse le terre a parecchi feudatarii; e per istromenlo di transazione del 27 novembre diede il particolar borgo d’Incisa ad un Scipione Gonzaga duca di Sabionetta e principe di Bossolo, il quale addì 3 di dicembre ricevette in esso borgo l’omaggio di fedeltà da tutti i capi di casa.

Quattro anni dopo il conte di Echenfort con un nerbo di truppe tedesche venne ad acquartierarsi in questo paese; donde mandò una parte de’ suoi soldati a dare il sacco a Canelli; ed in luglio del 1657 i francesi nella loro ritirata dall’assedio d’Alessandria, passarono pure per queste terre, e vi commisero nefandità di ogni guisa.

Finalmente dopo quarantasei anni di accanita guerra, comparve su quest’orizzonte l’iride di pace.

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* DIZIONARIO GEOGRAFICO STORICO - STATISTICO - COMMERCIALE DEGLI STATI DIS. M. IL RE DI SARDEGNA COMPILATO PER CURA DEL PROFESSORE GOFFREDO CASAMS DOTTORE DI BELLE LETTERE OPERA MOJLTO UTILE AGLI IMPIEGATI NEI PUBBLICI E PRIVATI UFFIZI A TUTTE LE PERSONE APPLICATE AL FORO ALLA MILIZIA AL COMMERCIO E SINGOLARMENTE AGLI AMATORI DELLE COSE PATRIE, VOL. VIII, pp.482, 483.

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