Reliquiario di Sisto V donato alla Citta' di Montalto (Parte anteriore)
Versione in italiano
SISTO V
Ai diletti figli Comunità e Uomini delle Terra di Montalto Patria nostra carissima
Diletti figli, salute e apostolica benedizione. Quanto sia intenso il nostro affetto verso cotesta terra di Montalto, carissima patria nostra e nostra culla, vi sarà facile apprenderlo sia dalle molte grazie e benefici che fino ad oggi le abbiamo conferito, sia soprattutto ora dal presente donativo che da poco abbiamo affidato al venerabile fratello il Vescovo di Capaccio, vostro concittadino, perché lo rechi a voi. Già dalla prima occhiata che darete a questo oggetto, vedrete che non si tratta di cosa poco preziosa o fatta da mediocri artigiani, poiché avrete fra le mani un'opera lavorata di puro oro e argento e ornata, con arte mirabile, di pietre preziose e di gemme. Se poi con fede si guarderà al valore e all'efficacia di quelle reliquie che vi sono racchiuse, il dono apparirà certamente inestimabile e preziosissimo. Queste reliquie infatti, anche se sembrano pochi e piccoli frammenti di Martiri, hanno la stessa virtù dei loro corpi e delle stesse anime loro gloriose in cielo. Infatti comprova ciò l'autorità di quell'insigne teologo Gregorio di Nazianzo, il quale lasciò scritto che i soli corpi dei Santi hanno lo stesso potere delle loro anime, sia che vengano toccati con le mani od onorati, sia che una sola stilla del loro sangue o un piccolo segno del loro martirio possono quanto i corpi loro. Accogliete, dunque, o figli benedetti, questi sacri Pegni che saranno non soltanto testimonianza solenne di devozione verso la patria nostra e di paterno affetto per voi, ma anche mezzo di protezione di voi tutti, armi sicure per respingere i nemici, sacri vincoli per conciliare e mantenere la pace fra i cittadini, celeste rimedio per tener lontano le epidemie e ogni altra malattia, fiducia certissima, infine, di conseguire tutti i beni celesti e terreni. Imprimetevi bene in mente questo: che Noi, sull'esempio e sulle orme di moltissimi nostri predecessori Pontefici in questa santissima sede, che assunti al supremo apostolato della Chiesa universale trasformarono in Tempio la casa paterna adornandola di sacre Reliquie di Santi Martiri, cercandole con grande cura in ogni parte, abbiamo voluto decorare con queste Reliquie di Santi Martiri la nostra casa paterna, e non intendiamo per questa l'angusto spazio di quattro mura, ma con patrio affetto intendiamo con essa il luogo che raccoglie insieme tutti voi Cittadini, cioè la stessa Montalto. Vi esortiamo pertanto, quanto possiamo con la grazia di Dio, e vi avvertiamo di collocare questo insigne Reliquiario nel palazzo civico della stessa Montalto in luogo adatto e convenientemente ornato onde vi sia conservato e custodito in perpetuo. Ordiniamo inoltre che esso sia solidamente chiuso e conservato a quattro chiavi, una delle quali resti presso il decano della Collegiata, la seconda presso il primo Priore, la terza presso il primo Notaio, la quarta presso il Sindaco: e sia perpetuamente inalienabile, come cosa sacra, né possa essere tirato fuori di là o asportato se prima non sia convocato il cosiddetto piccolo Consiglio municipale e chiesto e ottenuto da esso il voto in forma solenne; voto che dovrà essere richiesto tante quante saranno le processioni indette da voi in codesta Terra, in determinati giorni dell'anno. E in tali giorni, perché possiate sperimentare più grande il nostro favore per voi e per il vostro popolo, a tutti e singoli i fedeli d'ambo i sessi che veramente pentiti, confessati e comunicati interverranno devoti a tali Processioni, nelle quali saranno recati per codesta Terra con la dovuta riverenza le dette Reliquie e pregheranno per la pace delle nazioni cristiane, per l'esaltazione di santa madre Chiesa e per l'estirpazione delle eresie, concediamo l'indulgenza plenaria: e a quelli che faranno fermo proposito di confessarsi e comunicarsi in tempo utile concediamo l'indulgenza di duecento anni e altrettante quarantene nella consueta forma, confidando nella misericordia di Dio Onnipotente e nell'autorità dei suoi apostoli Pietro e Paolo. Molte altre cose vi esporrà a nostro nome il suddetto Vescovo, alle cui parole dovrete prestar fede.
Dato in Roma il 28 luglio 1586, anno secondo del nostro pontificato.
L'originale in pergamena, in latino, si trova presso l'Archivio Comunale di Montalto. È riportato anche dal Pistolesi (pp. XLV-XLVI, 100, 105). La traduzione è nostra, mantenendo in qualche parte quella del Pistolesi.