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L'elezione a Papa di Sisto V e la riforma degli Statuti

Riportiamo dunque il passo che ci interessa (pag. 89 e segg.), senza omettere i titoli, le note ed i riferimenti al volume (i numeri fra parentesi si riferiscono ai documenti trascritti in appendice), per rimanere fedeli al desiderio di fare della nostra rubrica quasi una ristampa degli articoli e degli scritti del Pistolesi, oggi rarissimi, allo scopo di divulgarne la conoscenza fra gli studiosi, fra i montaltesi e fra gli amici del nostro paese. Eventuali commenti od aggiunte saranno riportati in calce all'articolo.

SISTO V PONTEFICE (Capo XL)

I festeggiamenti di Montalto e la riforma degli Statuti


Sisto V venne eletto Papa la mattina del 24 Aprile 1585: tre giorni dopo la grande notizia era giunta a Montalto!

Impossibile descrivere il tripudio del paese: Al corriere latore del dispaccio si regalarono scudi 50 de pauli in moneta (n. 77); e al secondo (che due settimane dopo portava la nuova dell'elevazione alla S. Porpora del giovane Alessandro Peretti) scudi 25 simili (id.). La somma fu data d'ordine del parlamento adunatosi d'urgenza. I nobili Signori Ruggero e Andrea Castralupi furono deputati a festeggiare degnamente la creatione et assuntione del Nostro Signore al Sommo Pontificato. Trombetti, tamburrini e suonatori vennero chiamati da ogni parte: non si fece risparmio alcuno di polvere: si eressero archi trionfali con armi e stemmi pontifici dovuti al Maestro Francesco Pittore pagato profumatamente. La spesa totale delle feste ascese a fiorini 719 e bol. 28 con un passivo sull'entrata di fiorini 24 e bol. 12: somma addirittura enorme per quei tempi!

Il Consiglio poi prese la decisione di spedire a Roma quattro ambasciatori « acciò a nome pubblico umiliassero ai Piedi di Sua Santità le più vive ed ossequiose significazioni de' loro cuori ».

Nel mentre però esultava con orgoglio di madre e festeggiava il grande avvenimento, Montalto saggiamente pensava a prepararsi a rendersi degna dei nuovi destini che non potevano mancare.

La patria di Sisto V aveva compreso ch'era suonata la sua ora. Era dunque necessario riformare il vecchio statuto il quale mal si adattava ai costumi di un popolo che sentiva ormai nuovi bisogni e nuove ispirazioni.

Dovevasi tener conto dei tempi nuovi reclamanti una legge di ferro contro i malfattori che ogni giorno più vergognosamente si moltiplicavano (Statuti 3. parte).

Doveva crearsi un nuovo e più ampio regime in cui fossero designate nettamente le qualita, i titoli, le virtù degli uomini destinati alla cosa pubblica, i diritti e i non pochi doveri dei cittadini (statuti passim).

Necessario il riattare, allargare, sistemare le strade inteme ed esterne: indispensabile la costruzione di nuovi ponti e la riparazione dei vecchi: decoroso abbellire le pubbliche fontane dentro e fuori le mura, e il tenere sgombre continuamente e colla massima pulizia le vie e le piazze per le quali non dovevano più scorrazzare, come una volta, animali immondi (Ibidem).

Montalto insomma doveva trasformarsi e prendere l'aspetto di cittadina moderna, linda, ridente all'occhio del visitatore; la patria ormai invidiata di Sisto, nella sua piccolezza non doveva mostrarsi inferiore alle altre città per leggi sapienti, per lodevoli costumi, per la pubblica igiene.

Da notarsi che queste ed altre importantissime riforme furono attuate con una rapidità ed energia degne di Sisto V; e ne abbiamo la prova in una risoluzione che noi chiameremo unica negli annali dei nostri municipi. Qual'è infatti quello Statuto Comunale che manchi di contenere nelle proprie pagine la qualifica di Città, Terra o Castello del Municipio cui appartiene? Eppure gli Statuti di Montalto quivi stampati nei primissimi tempi del regno di Sisto V (1) formano una curiosa eccezione! Montalto era allora semplice Terra, ma con tutta sicurezza attendeva un titolo più onorifico. Era mai possibile stampare il nome di Città se mancava ancora il riconoscimento ufficiale? Non era un esporsi al pubblico ludibrio? Come, d'altronde, imprimere il vecchio titolo di Terra in un volume destinato nei tempi futuri a reggere le sorti della patria rinnovellata? Che fare? Attendere la Bolla relativa? No: troppo era necessario il non perdere tempo: troppo importava il farsi trovar preparati: e il nuovo statuto di Montalto fu reso di pubblica ragione... con il titolo di città bellamente lasciato in bianco!...

Quegli spazi vuoti, che ricorrono ad ogni pagina, riempiti poi dagli amanuensi, formano la prova più grande della saggezza dei montaltesi e dell'affetto di Sisto V. Come un giorno Tullio Mignucci assumeva obbligazioni con pubblica scrittura fidando sulle buone disposizioni del Peretti (n. 51) così più tardi la Comunita di Montalto, con quella singolare decisione, ipotecava l'avvenire nel nome del grande, suo figlio!

(1) La stampa fu iniziata nella primavera del 1585 da Giovanni Giubari tipografo veneto qui trasferitosi nello stesso anno e vide la luce nell'estate del 1586: l'unico esemplare che ci è rimasto conservasi gelosamente in Municipio: è un bel volume in 8 di oltre 300 pagine: fra i compilatori erasi distinto Salvatore Morelli, il celebre giureconsulto.

* E Sulla elezione di Sisto V, particolarità di un certo interesse si rilevano dal cosiddetto « Diario Sistino » della Biblioteca Vaticana, riportate dal P. Domenico Sparacio. Min. Conv., sul Bollettino Ufficiale del Comitato per il IV - centenario della nascita di Sisto V (1921). Ne segnaliamo qualcuna:

— L'elezione canonica, fatta per acclamazione, « praetermisso scrutinio » avvenne alle ore 21 italiane. Il Pistolesi invece scrive (Sixtus Quintus, pag. 11) che essa avvenne verso le otto del mattino, aggiungendo che all'atto di adorazione seguì la conferma dell'elezione per appello nominale.

— Il Card. Montalto, che occupava il 19° posto, diede il suo voto al Card. Farnese.

— Prese il nome di Sisto ad istanza del Card. San Sisto. Mons. Pistoiesi attribuisce invece il fatto alla venerazione per Sisto IV, pure dei Min. Conv. (op. cit.).

— Non gli venne dato l'anello del Pescatore, perché il Card. Vastavillani non lo aveva portato.


* Per quanto riguarda lo statuto di Montalto, in lingua latina, aggiungiamo che esso porta il titolo: LEGES, AC IURA MUNICIPALIA MAG. ET ILLUST. COMMUNITATIS MONTIS ALTI ed è diviso in cinque libri: De Divino Cultu et Officiis; De Causis Civilibus; De Causis Criminalibus; De Damnis Datis; De Extraordinariis Criminibus.

Chi volesse prendere visione della copia che si conserva in Municipio per ragioni di studio o per semplice curiosità sul particolare degl spazi bianchi riempiti a penna, potrà rivolgersi in Segreteria.

_________________________

DI AGOSTINO DE ANGELIS - « LA VEDETTA » - RUBRICA "ALTODUNENSIA, MONTALTO IERI E OGGI", 21 aprile 1968

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