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CREAZIONE DELLA COLLEGIATA DI MONTALTO

Indice articoli

SISTO V

A perpetua memoria.

Il misericordioso Signore, glorioso in tutte le sue opere e dispen­satore dei doni celesti, ha costituito noi, benché immeritevoli, nel­la sede del Sommo Sacerdote e nella pienezza della potestà apostolica, perché avendo cura della santa madre Chiesa e di tutti i fe­deli come un vigile pastore collocato su un monte alto, vediamo con diligenza ciò che serve per il bene del mondo intero e alla sal­vezza di tutti i fedeli.
Pertanto, confidando nell’aiuto divino, crediamo cosa degna e do­verosa darsi maggiormente premura per quelle parti del nostro uf­ficio che riguardano le singole chiese e specialmente quelle che hanno cura di anime in paesi e luoghi soggetti al dominio tempo­rale della Sede Apostolica e fanno parte della nostra patria, affin­ché abbiano titoli più degni e decorate di idonei ministri che sem­pre in esse innalzino a Dio le dovute lodi, si accresca la devozione del popolo con la salute delle anime, e ciò che per merito nostro hanno conseguito come vantaggio materiale, divenga, per gli abi­tanti degli stessi paesi e luoghi, di aiuto spirituale.
Essendo dunque vacante il monastero della Beata Vergine detta di S. Biagio, presso la Terra di Samano, della diocesi di Camerino per rinuncia..., ed essendo nello stesso monastero diminuita da molti anni la disciplina e la regolare osservanza, mentre nella Ter­ra di Montalto, ripiena di 230 famiglie manca di una chiesa colle­giata, noi, considerando che se la chiesa parrocchiale di S. Maria di Montalto, ben fornita di sacre suppellettili e ampia e comoda nell’edificio e struttura, fosse eretta in Collegiata e alla sua mensa capitolare fosse incorporato il detto monastero, si provvede senza dubbio all'aumento del culto divino nella stessa chiesa della Terra di Montalto, da dove abbiamo le origini, al suo decoro e ornamen­to, alla spirituale consolazione di quel popolo e alla salute delle anime.
Spinti da questi e da altri motivi, di “motu proprio” e non su ri­chiesta dei diletti figli della comunità e degli uomini della Terra di Montalto o fatta a nome di altri ma semplicemente di nostra vo­lontà e consapevolezza, nella pienezza della potestà nostra e della Sede Apostolica, sopprimiamo il nome, il titolo del predetto mo­nastero e erigiamo in collegiata la chiesa di Montalto, sotto lo stesso titolo della Beata Vergine Maria, con mensa capitolare, si­gillo e cassa comune e altre insegne collegiali e (creiamo) in essa due dignità: un decanato per un decano che presieda e abbia dop­pio voto negli affari ed atti capitolari, e un’arcipretura per un arci­prete che abbia la cura delle anime, amministri i santi sacramenti e abbia gli altri oneri e uffici parrocchiali; (creiamo) anche dieci ca­nonicati e altrettante prebende per dieci canonici, i quali, insieme al decano e all’arciprete, costituiscano il Capitolo della stessa chiesa Collegiata e in essa ogni giorno e nei tempi dovuti siano te­nuti a recitare le ore canoniche diurne e notturne e celebrare gli al­tri uffici divini, con devozione e attenzione di mente e osservando la disciplina ecclesiastica.
E uniamo e incorporiamo il detto monastero con annessi e con­nessi... alla mensa capitolare suddetta per la dote del decanato, arcipretura e dei dieci canonicati, per il sostegno economico de­gli investiti del beneficio “prò tempore” e per il soddisfacimento degli oneri... di modo che dopo aver provvisto per la cera, olio, lumi, fabbrica e sacrestia ed oneri, potranno convertire a loro uti­lità quanto avanzerà e in questa ripartizione spetteranno due parti al decano e all’arciprete, e una rispettivamente ai singoli cano­nici.
Inoltre al detto decano e Capitolo concediamo la facoltà e piena li­cenza di compilare qualunque statuto circa l’ordinamento della chiesa collegiata, la celebrazione delle messe e dei divini uffici, la soddisfazione degli oneri e la divisione e ripartizione delle distri­buzione quotidiane, purché lecito e onesto e non contrario ai de­creti del Concilio di Trento; e ogni volta sembrerà opportuno, di correggerlo, mutarlo, cancellarlo, interpretarlo, ridurlo in una for­ma migliore o anche di compilarlo di nuovo; e tutte queste cose devono essere esaminate e approvate dal Vescovo.
Concediamo inoltre alla chiesa Collegiata, al decano, arciprete, Capitolo, canonici, persone e ministri di poter usufruire e godere di tutti e singoli i privilegi, esenzioni, prerogative, favori, facoltà ed altre grazie sia spirituali che temporali di cui usufruiscono e godono le altre chiese collegiate esistenti in Italia...

Dato a Roma, presso S. Marco, il 2 agosto 1585

* L’originale in pergamena, in latino, che il Pistolesi dice trovarsi presso l’Archivio Comunale di Montalto, in realtà non si trova in loco. Manca nel Bullarium Romanum. La traduzione italiana è del Pistolesi (pp. XLI-XLIl, 93-94).


DUE LETTERE AL NUOVO CAPITOLO DELLA CATTEDRALE DI MONTALTO

All’arciprete di Montalto

Molto magnifico e reverendo signore come fratello


Ho fatto consignare all’uomo che havete mandato, la bolla della erettione di cotesta collegiata, la quale vedrete di conservare con diligenza a perpetua memoria. Scrivo anco l’allegata a Don Co­stanzo Sciarra, che ha cura dell’Abbatia di Sarnano, acciò egli habbia da lasciarvi pigliare il possesso della detta Abbatia...

Della Ripa i XIX di Feb. 1586

Quando vi sarete servito della bolla in questo possesso, la riman­derete in mia mano, che la conserverò sin alla venuta del Decano.

Il Vescovo della Ripa (Gaspare Silingardi)

___________

Molto Reverendi

Mi è stato grato d’haver inteso per le loro lettere delli 3 del pre­sente la prontezza et la diligentia che pongono per trovarsi instrutti nelli servitii pertinenti alla Messa et all’altri atti pontificali, nelli quali non intendo che facciano se non quello che li conviene, vo­lendo mantenere et conservare la loro dignità, come la propria, et di ciò ho dato ordine al Vicario. Non si sgomentino per la tenuità loro, imperché la benignità di N. S. provede tanto abondantemente et così riccamente de paramenti et altre cose necessarie, che più non si potrebbe desiderare, come presto con infinita loro meravi­glia et contentezza vederanno.
La persona di Don Theseo mi è nota, et reputo in essa essere stata ben locata la dignità del’Archipresbiterato di cotesta Chiesa et la cura che li compete dell’Anime, et accettandola il Vicario ha ordi­ne da me di istituirlo. Il che è quanto me occorre dirli per hora, pregando il Signore Dio le conservi con prosperità.

Di Roma alii X di Gennaro 1587

Il Vescovo di Montalto (Paolo Emilio Giovannini)

* Gli originali si trovano presso l’archivio vescovile di Montalto, cartella “Corrispondenze”.


DIRITTO DI PRESENTAZIONE E SCELTA PER I CANONICATI

SISTO VESCOVO
Servo dei servi di Dio
A perpetua memoria

Il dovere dell’ufficio pastorale commesso dall’alto a noi, benché immeritevoli, richiede e ci spinge prontamente a curare, con l’a­more proprio di un padre verso i figli ancora piccoli, lo stato delle chiese specialmente Collegiate da noi istituite in patria e di stabili­re ciò che riteniamo opportuno alla felice direzione di esse, alla giusta disposizione dei benefici e all’aumento della fede e della devozione dei nostri sudditi.
E pertanto, avendo altra volta noi, innalzato all’onore del cardina­lato, mossi da pio affetto verso i diletti figli delle comunità di Montalto, Montedinove, Porchia e Patrignone... e spinti dallo zelo di conservare e stabilire la pace fra loro, avendo costruito a nostre spese, in certe case da noi comprate appositamente, quell’opera magnifica della scuola ginnasiale in Montalto, da dove traemmo le nostre origini; e poi elevati al sommo pontificato, per provvedere alla comodità e al profitto della gioventù che aspiri a studi più alti, avendo fondato nella nostra città di Bologna un collegio, chiamato di. Montalto, per venti scolari dei quali undici scegliersi e nomi­narsi dalla comunità di Montalto, tre da Montedinove, tre da Por­chia e tre da Patrignone per essere, una volta eletti e nominati, ri­cevuti nello stesso collegio e qui essere educati e mantenuti sotto la cura e governo di un rettore e applicarsi nell’Università di tale città allo studio della s. teologia, del diritto, delle arti e di altre scienze e discipline; avendo poi eretto oggi la chiesa parrocchiale di S. Maria in chiesa Collegiata, per maggior gloria e onore della Terra di Montalto... noi, affinché tale chiesa sia provvista di mini­stri idonei e specialmente graditi e accettati dalle comunità e uo­mini predetti, e queste stesse comunità e uomini raggiungano ciò che giova per aiutare e promuovere la gioventù agli uffici e mini­steri spirituali e sia quindi accresciuta la loro devozione verso di noi e la Sede Apostolica... di “motu proprio” e non su richiesta di qualcuno... riserviamo e concediamo in perpetuo alle predette co­munità il giuspatronato di presentare al Vescovo del luogo dieci persone idonee, e cioè quattro da parte della comunità di Montal­to, due di Montedinove, due di Porchia, due di Patrignone... re­stando la provvisione del decanato riservata al romano Pontefice, e quella dell’arcipretura al detto Capitolo... e decretiamo che tale diritto laicale di presentazione riguardo ai canonicati compete alle dette comunità dalla prima fondazione e ad esse spetta in perpetuo

nei tempi futuri...

Dato a Roma, presso S. Marco, il 2 agosto 1585.

L’originale in pergamena, in latino, che il Pistoiesi dice trovarsi presso l’Archivio Comunale di Montalto, in realtà non si trova in loco. Manca nel Bullarium Romanum. La traduzione italiana è del Pistoiesi (pp. XLI-XLII, 93-94).

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