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L’opera di Sisto V a favore della squadra permanente della Marina Romana - NOTE

Indice articoli

NOTE

(1) A. SILVESTRO, Sisto V e la squadra permanente della Marina Romana, «Rivista Marittima», dicembre 1989, pp. 95-106.

(2) Da A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente della Marina Romana. Storia dal 1573 al 1644, Roma 1882, pp. 25-26; G. MORONI, Dizionario d'erudizione storico ecclesiastica, Venezia 1840 ss, vol. XLIII s.v. Marina, pp. 14-37: la ripartizione degli oneri data dall'autore a p. 26 è inesatta; BULLARUM DIPLOMATUM ET PRIVILEGIORUM SS.RR.PP. TAURINENSIS EDITIO, a c. di S. FRANCO e E. DALMAZZO, Torino 1857 e ss, vol. VIII, pp. 859-999.

(3) Da A. GUGLIELMOTTI, La marina pontificia e la guerra dei pirati dal 1500 al 1560, voll. 2, Le Monnier Firenze 1876, cfr. vol. I pp. 4-5 e 48-49, stralciamo i seguenti passi: "corsaro propriamente dicesi colui, che, quantunque privata persona, nondimeno (autorizzata con lettere patenti del suo governo) comanda un bastimento armato, e corre il mare contro i nemici del suo paese. Per estensione dicesi pur corsaro o corsale il bastimento e l'equipaggio. Essi portano la bandiera nazionale; sono soggetti alle leggi dello stato; hanno tribunali che ne giudicano i fatti e le prede ... Al contrario i pirati si pareggiano in tutto con gli assassini: compagnia di ribaldi senza altra legge che il libito, uniti insieme per rubare sul mare senza bandiera, o vero con bandiere bugiarde, senza rispetto di pace e di tregua, senza patenti, senza tribunali: pubblici nemici di tutti, senza pietà, contro il giure di natura e delle genti, persecutori perpetui tanto dei nemici che degli amici, non erano esattamente corsari, come alcuni dicono adesso, sì veramente pirati e ladroni di mare come gli chiamavano i popoli e gli scrittori di allora, se ne togli quei pochi di Francia e di Venezia, che per diversi rispetti di pace e di alleanza, costretti talvolta a dissimulare, davan loro del corsaro, e non intendevano di meno parlare di pirati, descrivendone le opere ladre. L'evidenza dei fatti rimena al giusto il significato della lusinghiera parola ... La principale epoca della grande pirateria corse nel secolo decimosesto, quando ai ladroni fu dato salire sui troni di Barberia e diventare ammiragli di Costantinopoli." Vedansi inoltre: S. BONO, I corsari barbareschi, ERI Torino 1964; R. COULET DU GARD, La course et la piraterie en Méditerranée, France-Empire Paris 1980; A. MASIA DE ROS, Historia general de la pirateria, Mateu Barcelona 1959; J. MONLÄU, Les États barbaresques, Presses Universitaires de France Paris 1964; R. PANETTA, Pirati e corsari barbareschi nel mare nostrum, Mursia Milano 1981.

(4) Citiamo da A. G. COURSE, I pirati dei mari orientali, Milano 1972, pp.8-9, un severo giudizio che, pur riferito ad altra epoca e ad ambito non mediterraneo, mette tuttavia in luce alcuni aspetti senz'altro validi per tutti i predoni: "Gli svantaggi di questa vita erano rappresentati dal rischio della cattura, del processo e della morte per impiccagione. Tale rischio, che non superava l'uno per cento di probabilità, diventava quasi trascurabile se il pirata operava nei mari orientali, ma era una vita di crimini, crudele e degradante, una vita senza ideali. Durante il regno di Elisabetta I alcuni pirati vennero considerati degli eroi; ma non c'è aureola eroica che possa cancellare le loro azioni spregevoli e inumane, l'infelicità, le rovine, i lutti e i dolori causati dalle loro scorrerie."

(5) Le imprese e i successi di Khair ad Din Barbarossa e di tanti altri suoi colleghi (il fratello Arug, Dragut, Ulug Alì, Assan Agà, etc.) sono veramente degni di considerazione. Erano uomini di spiccata personalità, dotati di grandi qualità sia positive, come ampiezza di vedute, audacia, coraggio, determinazione, sia negative, come mancanza di ogni scrupolo, crudeltà e malafede. Erano anche dei grandi marinai. Di fronte avevano avversari che non andavano tanto per il sottile, tra i quali ricordiamo solo Andrea, Giannettino e Gian Andrea Doria, i maltesi e gli stefaniani. Carlo V, dopo gl'insuccessi subiti in Africa nordoccidentale, cercò invano di ottenere l'alleanza di Barbarossa che, legato al Sultano, si unì invece alla Francia. Sarebbe interessante, ma non è certo questa la sede più appropriata, istituire un raffronto tra i successi colti da questi avventurieri e quelli conseguiti dai nostri capitani di ventura del secolo XV, pur essi avventurieri. Tra i tanti che primeggiarono e cercarono di procurarsi un regno, solo Francesco Sforza riuscì a raggiungere l'obiettivo. Dopo una trentina d'anni spesi a guerreggiare per tutta Italia s'insediò a Milano. La famiglia ducale Sforza prosperò per circa mezzo secolo e s'imparentò con famiglie regnanti e con le più nobili casate dell'epoca. Alcuni esponenti dei rami collaterali combatterono sul mare contro i predoni. Tra essi Carlo Sforza di Santafiora, che fu a capo della flotta pontificia dal 1548 al 1555.

Per chiarire meglio il quadro della situazione in Mediterrraneo, citiamo dal Guglielmotti alcune frasi che bollano la doppiezza della politica spagnola: "Battere il turco, ma non abbatterlo; osteggiarlo per zelo di religione, e mantenerlo per freno dei rivali; librarsi tra le due col pretesto di salvare l'armata, e scusare ogni magagna col sospetto dei Francesi. Nella sostanza prevalevano le ragioni di Stato contro i Veneziani, i quali sarebbero divenuti troppo spigliati in Italia, se altri avesseli aiutati a scuotersi di dosso il peso dei Turchi."

(6) C. VERNELLI E ALTRI, Cronaca delle incursioni degli "infedeli" a Senigallia, Proposte e Ricerche n° 20 maggio 1988, pp. 314-338.

(7) A. GUGLIELMOTTI, La marina pontificia e la guerra ..., cit., vol. I pp. 72-73.

(8) A. GUGLIELMOTTI, La marina pontificia e la guerra ..., cit., vol. I pp. 73 e 161-163.

(9) A. MASIA DE RIOS, Historia general ..., cit., pp. 192-193. L'episodio non risulta altrove. Potrebbe essere sorto un equivoco circa la cattura delle galere del Vettori nel 1518.

(10) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., p. 52.

(11) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., p. 25.

(12) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., pp. 26-27. Una conferma indiretta del programma sistino viene fornita da quanto riportato in F. PISTOLESI, Sixtus Quintus Album, Roma 1921, pp. 29-30: "Il Pontefice avrebbe voluto una crociata contro i Turchi e vagheggiò spesso dei colpi di mano contro di loro; ma la realtà della situazione lo richiamava all'Europa, dove occorreva lottare contro l'eresia invadente e salvare, se ancora possibile, il regno d'Inghilterra."

(13) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., p. 38. In proposito vedansi anche altri autori (L. A. MURATORI, Annali d'Italia, edd. varie; G. CICCONI, Sisto V e Fermo, Fermo 1923; etc.).

(14) Per il sito della Marmorata vedansi le piante di Roma di epoca immediatamente anteriore e posteriore a Sisto V citate in bibliografia. Per l'arsenale pontificio cfr. E. MARCONCINI, L'Arsenale pontificio a Ripa Grande, Roma 1991.

(15) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., p. 34.

(16) I bonavoglia prestavano volontariamente servizio come rematori per una paga, tutto sommato, modesta e per alcuni privilegi rispetto agli altri rematori. Erano però al riparo dalle ricerche del bargello: sotto certi aspetti la loro estrazione e la loro condizione è simile a quella dei moderni legionari stranieri in Francia. Nel 1538 il papa cerava di completare gli equipaggi delle sue galere con l'ausilio del vescovo di Senigallia, come ci riferisce Guglielmotti nella sua Guerra dei pirati, pp. 18-19: " ... cercava rematori. Cosa difficilissima quest'ultima, altrettanto che necessaria, perché niun marchigiano né romagnolo voleva mettersi alla viltà del remo, e gli stessi condannati usavano ogni artifizio per sottrarsene coi pretesti o colla fuga. In quella vece di marinari non era difetto, e di slodati tanta abbondanza da sopperire ad ogni richiesta degli arrolatori pontifici e veneziani ..."

(17) A. TENENTI, Piracy and the decline of Venice 1580-1615, Berkeley-Los Angeles, 1967, p. 157 n. 2.

(18) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., pp.48-51; R. PANETTA, Pirati e corsari ..., cit., pp. 255-257: sintetizza le prime operazioni della squadra permanente.

(19) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., pp 55-56. Il fatto di Gaeta rientra tra i purtroppo tanto frequenti episodi d'intolleranza esasperata nel pretendere il rispetto delle precedenze e degli onori, per cui vedasi anche M. NANI MOCENIGO, Storia della Marina Veneziana da Lepanto alla caduta della Repubblica, Ufficio storico della R. Marina Roma 1935, pp. 79-83.

(20) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., pp. 56-57.

(21) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., pp. 58-59

(22) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., pp. 61-82

(23) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., p. 85.

(24) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., pp. 205-228.; M. NANI MOCENIGO, Storia della..., cit., p. 143: questo autore sposta al pontificato di Sisto V ciò che, secondo il Guglielmotti, avvenne nel 1611. "La Marina pontificia fin dal Pontificato di Sisto V era data in assento. L'assento era una forma di contratto che lo stato pontificio stipulava con un privato assuntore". Come ricordano il Moroni ed il Guglielmotti, nel 1605 Paolo V aveva interpellato i cavalieri di Malta per cedere loro in assento cinque galere pontificie, senza però giungere alla formalizzazione del contratto.

(25) C. RESSMANN, Il dramma dell'Invencible Armada, Rivista Marittima, luglio 1988, pp. 89-100; J. L. CASADO SOTO, Barcos y cañones de la Gran Armada de Bazan, Revista General de Marina, numero extraordinario Marzo de 1988; U. LA ROCCA, Armada mia, Il Messaggero ed. Roma, 29 luglio 1988 L. LILLI, Ma Dio salvò la Regina, La Repubblica ed. Roma, 10 agosto 1988; etc.

(26) F. GAUDIOSO, Il servizio navale della Guardia di Finanza, Rivista Marittima, n° 5 maggio 1974, pp. 47-61, in particolare pp. 51-52. Va rilevato pure che Sisto V favorì e potenziò gli ordini militari ed equestri che, tra l'altro, avevano il compito della difesa territoriale lungo la costa. Fatte le debite considerazioni sulla diversa capacità di comunicare tra terra e mare, allora ed oggi, sulla consistenza delle opposte forze e sulle modalità d'intervento, si possono intravedere altre analogie con le operazioni combinate tra componenti navale ed ordinaria della Guardia di Finanza.

(27) F. TOMASSETTI, Le casseforti di Sisto V, Nuova Antologia, 16 giugno 1907.

(28) F. GALIMBERTI, L'Italia venda il suo metallo giallo, Il Sole 24 ore, n°116, 28 aprile 1987.

(29) S. BONO, I corsari ..., cit., pp. 292 e 295; G. CICCONI, Sisto V ..., cit., p. 14.

(30) Gli storici locali hanno dato molte testimonianza sull'argomento, riportate anche in opere di carattere più ampio.

(31) G. CICCONI, Sisto V ..., cit., pp. 49 e ss. Non vanno però dimenticati anche i benefici concessi ad Ancona: con essi il papa cercò di dare maggiore sviluppo al commercio dello stato. A tal fine, oltre alla promozione dell'allevamento del baco da seta e di altre colture e produzioni, confermò i privilegi concessi dai predecessori alla città ed al porto di Ancona, cfr. BULLARIUM ROM.ANUM, cit., vol. VIII pp. 609 e ss, "Meritis vestrae devotionis" dell'8.10.1585 e vol. IX pp. 269-270, "Dudum felicis recordationis" del 10.5.1587. Trattò inoltre accordi commerciali con Venezia, secolare rivale di Ancona, e consentì agli Ebrei di svolgere le loro tradizionali e redditizie attività, cfr. P. GRAZIANI, Sisto V e la sua riorganizzazione della S. Sede, Roma 1910, pp. 30-31.

(32) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., p. 50. Dopo le distruzioni conseguenti ai bombardamenti della 2^ guerra mondiale si sono salvati solo due leoni della fontana, posti ora all'ingresso del Comune.

(33) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., p 51.

(34) G. CALINDRI, Saggio statistico storico del Pontificio Stato, Perugia 1829, p. 279.

(35) Vedasi A. SILVESTRO, Cartografia e iconografia di Grottammare, 1780-1830. Appunti sulla nascita del Nuovo Incasato, in V. RIVOSECCHI, a c. di, Grottammare. Percorsi della memoria, ALDA Grottammare 1994, pp. 31-50.

(36) G. B. MASCARETTI, Documento sull'antico porto marittimo di Grottammare, Archivio storico italiano, 1876; G. B. MASCARETTI, Memorie istoriche di Grottammare, Jaffei Ripatransone 1841, p. XVI; G. SPERANZA, Guida di Grottammare, Nisi Ripatransone 1889, pp. 32-40.

(37) G. CICCONI, Sisto V ..., cit., pp. 29 e 42. Per programmi portuali lungo le coste dal Conero al Tronto v.A. SILVESTRO, A proposito di naufragi sulla costa picena in epoca pontificia, Navigazione e meteorologia nel Medio Adriatico (Protostoria e storia), Convegno - 13 aprile 2002, S. Benedetto del Tronto - Sala consiliare ore 16,30, organizzato dalla Lega Navale, sez. di San Benedetto del Tronto, pubblicato in Cimbas24/2003.

(38) A. GUGLIELMOTTI, La squadra permanente ..., cit., pp. 39-41.

(40) MINISTERO DELL'EDUCAZIONE NAZIONALE, Inventario degli oggetti d'arte in Italia, vol. VIII, provincie di Ancona ed Ascoli Piceno, Roma 1936, pp. 280-281. Per l'iconografia di papa Ghislieri v. A. SILLI, La tela di Grottammare non v'è riportata, ma si possono rilevare notevoli similitudini con le caratteristiche iconografiche del pontefice. Il capo è cinto di aureola. V. anche A. SILVESTRO, Appunti sulla committenza del quadro del Santo eponimo della Chiesa parrocchiale di Grottammare, Comunità, n. 5 maggio 1992, pp. 20-22.

(41) F. COSTA, T. Tasso e le sue rime in lode di Sisto V, S. Francesco patrono d'Italia, n° 2 febbraio 1988.

(42) SOCIETA' PORTO SISTO V, Progetto di porto turistico a Grottammare, Grottammare 1984.

APPENDICE 1

SPECCHIO DELLA SQUADRA PERMANENTE L'ANNO 1588

Prefetto e legato: card. Antonmaria Sauli, di Genova

Luogotenente generale: Orazio Lercari, di Genova

Aiutante generale: Fabio Santacroce, di Roma

La Capitana - San Bonaventura - cap. Lorenzo Castellani di Roma, costruita in Roma

La Padrona - San Francesco - cap. Fulvio Pasio di Bologna, costruita in Civitavecchia

Le sensili

Santa Ferma - cap. Alessandro Pierbenedetti di Camerino, costruita in Civitavecchia;

Santa Barbara - cap. Gabriele Simonetti di Jesi, comprata da privati;

San Giorgio - cap. Giampaolo Orsini di Roma, comprata da privati;

La Felice - cap. Giulio Landino di Bologna, comprata dal granduca di Toscana;

La Pisana - cap. Muzio Frangipani di Roma, comprata dal granduca di Toscana;

S. Maria - cap. Pietro Baglioni di Perugia, comprata a Genova;

S. Lucia - cap. Virginio Spoletini di Terni, comprata a Genova;

S. Gennaro - cap. Tarquinio dell'Osso di Ravenna, comprata a Napoli.

Pagatore: il cap. Vincenzo Stella di Civitavecchia

Provveditore: il cap. Gianmaria Schiaffino di Genova

Munizioniere: il cap. Paolo Magalotti di Firenze

Medico: il dott. Niccolò Ghiberti, lorenese

Idrografo: Bartolomeo Crescenzio di Roma

Nobile di poppa: il cav. Pantero Pantera di Como

marinai: ottanta per ciascuna 800

soldati: cento per ciascuna 1.000

rematori: duecentoventicinque per ciascuna 2.250

totale 4.050

APPENDICE 2

Estratto da M. PANSA, Delle glorie di Sisto V, Roma 1588

.

Nelle Galere nuovamente fatte

correa l'infido Trace

dal vasto Egeo fino à gli Esperij lidi

il bel regno di Venere, e d'Amore;

e con propitij venti, e lieti gridi,

per turbar nostra pace

l'Adria, e 'l padre Tirren con grande horrore.

Lo sà Cuma e Gaeta. Ahi quanto osava?

Ahi quanto ardiva il temerario, e l'empio?

Hor da sì crudo scempio

s'arresta, e teme opra sì ingiusta e prava.

Anzi timido fugge

se pria rabbioso venne;

sentendo come il LEON freme e rugge,

e nuove arme apparecchia, e nuove antenne.

Estratto da T. TASSO, Opere, a c. di B. MAIER, v. II, Milano 1964

(da: Alla santità di papa Sisto V)

...E mentre d'oriente ancor minaccia

il barbaro tiranno ai lidi nostri,

che fuggì dianzi, quasi in caccia,

d'aquile o di leoni artigli o rostri;

e là donde Aquilone il mondo agghiaccia

spargono in noi venen tartarei mostri,

tu al nostro scampo intendi a nessun parco

sprezzando del crudel gli strali e l'arco...

Nei versi di Bianco, poeta di corte e autore di buona parte delle didascalie apposte alle rappresentazioni pittoriche delle opere volute da Sisto V, abbondano riferimenti classici, forzature di espressioni e giochi di parole cari ai poeti barocchi. Non manca però una nota di particolare interesse: l'accenno ai programmi sistini contro i Turchi. Anche Pansa attinge alle memorie del passato per descrivere le terre e i mari esposti alla minaccia dei pirati ma non disdegna un po' di realismo quando descrive i provvedimenti adottati per contrastare gli aggressori. Il lettore moderno, tuttavia, trova difficoltà nella lettura di questi componimenti, rigidamente costruiti. Tasso accomuna i pericoli rappresentati dai Turchi e dai luterani per raffigurare Sisto V, impavido difensore dei cattolici. Indubbiamente la sua espressione è più felice e scorrevole, rispetto a quella di Bianco e Pansa, ma permangono alcune difficoltà di comprensione immediata.

Il tormentato poeta sorrentino riesce, invece, molto più efficace in un sonetto celebrativo di tutta l'opera di Sisto V, che trascriviamo a conclusione di questa nota poiché, pur con qualche involuzione, esprime un giudizio appropriato e sintetico sull'opera del glorioso papa piceno, cui Torquato si è ripetutamente rivolto nella sua disperata ricerca di un rifugio sereno ed ospitale.

Estratto da T. TASSO, Opere, a c. di B. MAIER, v. II, Milano 1964.

Ad Antonio Costantino, in lode di Sisto V

Come alzi Sisto al ciel metalli e marmi,

palagi, tempi e statue d'or lucenti,

e cadute opre già, non pur cadenti,

grandi obelischi, e spalmi legni ed armi,

e raccoglia tesori insieme ed armi,

ed ampie vie drizzi a devote genti,

altre ne faccia ancor d'acque correnti,

e secchi le paludi, in vari carmi,

Costantin, tu ne mostri, e come giusto

ei sia pietoso e santo. Ite omai lunge,

lunge, o profani, omai dai sacri versi;

me nè lingua nè penna al vero aggiunge,

e per sè rari pregi e sè diversi:

son poche mille carte, e 'l tempo angusto.

BIBLIOGRAFIA

Non sono riportate le opere citate nelle note

P. ACHARD, La vie extraordinaire des frères Barberousse corsaires et rois d'Alger, Paris 1939.S. ANSELMI, I corsari nelle acque orientali dello Stato Pontificio (1450-1815), Pesaro 1967. AA. VV., Ancona e le Marche nel Cinquecento. Catalogo della mostra tenuta ad Ancona dal 9.1 al 21.3.1983. M. G. BARBERINI, Guide rionali di Roma, Castro Pretorio p. I, Roma 1987. J. BOULENGE, a c. di, Mémoires du capitan Alonso de Contreras, Paris 1933.E. BRADFORD, L'ammiraglio del Sultano, Milano 1972. F. BRAUDEL, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II, voll. 2, Torino 1982.J. P. BUSSON, Aux sources de nôtre histoire maritime. Les archives du clos des galées à Rouen, Révue historique des armées n° 2, 1988. G.F. CAVICCHIOLI, Vita di bordo e relative infermità, NM n° 7, a. XXV, luglio 1988. K. DIGBY, Viaggio piratesco nel Mediterraneo, Milano 1972. O. ECK, Seeräuberei in Mittelmeer, Mnnchen-Berlin 1940. F. EHRLE, Roma prima di Sisto V. La pianta di Roma du Pérac-Lafréry del 1577, Città del Vaticano s.d.G. FALORSI, recensione a Storia delle fortificazioni della spiaggia romana ... per il P.M. A. Guglielmotti, ASI s. IV, t. V 1881, pp. 217-224.G. FALORSI, recensione a La squadra permanente della Marina Romana ... per il P.M. A. Guglielmotti, ASI s. IV, t. XI 1883, pp. 236 ss R. HAKLUYT, I viaggi inglesi, voll. 2, Milano 1966-1971.A. LAGUNA, Avventure di uno schiavo dei Turchi, Milano 1983. F.C. LANE, Le navi veneziane, Torino 1983. F. C. LANE, I mercanti di Venezia, Torino 1982. M. L. MADONNA, Roma di Sisto V, le arti e la cultura, Roma 1993.A. MASELLA, Pirati e corsari, Napoli 1978. G. MATTINGLY, The defeat of the Spanish Armada, London 1959. U. MORI UBALDINI, La Marina del S.M.O. di S. Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, Roma. R. PANETTA, Il tramonto della Mezzaluna, Milano 1984. R. PANETTA, I Saraceni in Italia, Milano 1973. F. PORENA, recensione a La guerra dei pirati e la marina pontificia dal 1500 al 1560 per il P. A. Guglielmotti, ASI 1877.  J. ROUGE', Navi e navigazione nell'antichità, Firenze 1977. R. SABATINI, The sword of Islam, in A century of sea stories, London 1956, pp. 81-95. L. e B. SANTORO, Le galere, parte I, 1973. I. TAURISANO, A. Guglielmotti. La vita. Le opere. Le pagine più belle. Roma 1960. A. TOUSSAINT, Hitoire des corsaires, Paris 1978. M. VATTASSO, Rime inedite di T. Tasso, Città del Vaticano 1915. L. VECCIA VAGLIERI, Santa Sede e Barbareschi dal 1814 al 1819. Roma 1932. A. VON HÜBNER, Sisto V, Roma 1887. L. VON PASTOR, Storia dei Papi dalla fine del Medio Evo, vol. X, Roma 1955. A. ZUCCARI, I pittori di Sisto V, Roma 1992.

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