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Santa Vittoria in Matenano

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s vittoriaS. Vittoria in Matenano 626 m.s.l.m., abitanti 1510.

Posto sulla cima della dorsale tra la valle del Tenna e dell'Ete Vivo.
Il nome di S. Vittoria è indissolubilmente legato all'Abbazia di Farfa. Il paese venne fondato nell'898 dai Monaci Benedettini di Farfa, fuggiti dalla Sabina invasa dai Saraceni; scelto come nuova Sede il Colle Matenano, nel 934 vi trasportarono anche l'urna con il corpo di S. Vittoria V.M, da qui il nome del paese.

S. Vittoria diviene libero comune nel XIII secolo; nel 1242 subisce l'occupazione delle truppe di Federico II, assedio che durò sei anni. Nel 1446 vengono redatti gli statuti.
I farfensi fecero di S. Vittoria un centro di sviluppo in riferimento alle Arti, all'urbanistica, scienze agrarie e sociali e letteratura.
Già nel XVI secolo iniziò il declino, Sisto V° nel 1586 porta la Sede a Montalto, suo luogo d'origine, intanto che i possedimenti farfense vengono fagocitati dalla Chiesa. Nel 1747 la giurisdizione farfense fu estinta e S. Vittoria diventò un semplice paese sottoposto alla Curia fermana.
Il centro appare molto curato e conserva ancora un aspetto imponente, quello di un paese che non ha dimenticato l'antico splendore.
Da visitare via Matteotti con la torre trecentesca merlata dell'Abate Odorisio posta sopra porta S. Salvatore.

Lungo la via si può ammirare Palazzo Melis del XV secolo con originali ed eleganti cornici alle finestre, Palazzo Monti del XVII secolo e il Monastero di Suore Benedettine di S. Caterina esistente dal 990.

La Chiesa di S. Agostino risale al XVI secolo ma ricostruita nel 1700; attiguo vi è il chiostro e il Convento che oggi ospita il Municipio; l'interno tardo barocco è a navata unica mossa da colonne e un ampio cornicione; spicca, per originalità e cromia, il pregevole organo di dodici piedi, costruito nel XVIII secolo da Giuseppe Attili di Ortezzano, contenete materiale fonico del XVII° secolo appartenente ad un precedente organo di Bernardino Urbani organaro locale.

Collegiata di S. Vittoria costruita nel 1783 da Domenico Fontana; l'esterno è in stile neoclassico con campanile a sette campane; all'interno statue e stucchi del Fontana e opere "La Vergine del Rosario" di A. Ricci del XVII secolo, "La predicazione del Battista" di Sebastiano Ghezzi 1635, croce astile in rame dorato del XV secolo; un interessante organo di Sebastiano Vici del 1793. Nella cripta urna con i resti di S. Vittoria.

Il Cappellone (Chiesa della resurrezione) è situata nel punto più alto del paese, ricostruito nel 1771, è in stile neoclassico; all'interno presenta stucchi ed altare tardo barocco del Malipiedi; a sinistra si entra nella cappella che era dell'antica chiesa affrescata da Giacomo di Cola da Campli nel 1471 raffiguranti La Passione, Il transito di Maria, La strage degli Innocenti, Evangelisti e Dottori della Chiesa.

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